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Ci si chiederà perché ho voluto fare una distinzione tra il comune terrario per i Sauri e il rettilario, quando, praticamente, i due impianti si equivalgono. Risponderò che si tratta di una distinzione che io quasi definirei… psicologica.
Il terrario, come l’acquario, si presta all’esposizione di esseri viventi di aspetto svariatissimo, la cui vista ispira, per prima cosa, la curiosità e quindi l’interesse.
Nel rettilario regna, invece, qualche cosa di più profondo e misterioso, probabilmente l’antico sentimento degli uomini verso il Serpente, simbolo, volta a volta, del male e della saggezza. Il serpente è un rettile come i Sauri, eppure il suo valore e il suo aspetto suggestivo in natura, hanno un’importanza particolare. Cerchiamo quindi, semplificando al massimo, di dare un’idea di come si può disporre un rettilario.
Ultimo aggiornamento 2024-10-11 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
Vi è stato un tempo in cui il collezionare serpenti era un hobby da ricchi, in quanto gli esemplari, specialmente quelli esotici, erano piuttosto cari sul mercato degli animali. Oggi gli stessi Rettili costano assai meno, sia perché è possibile evitare le perdite dovute al trasporto o alla deficiente organizzazione dei terrari, sia perché è possibile ottenere la riproduzione in cattività delle principali e più interessanti specie: i Pitonidi, i Boa, gli Anaconda, le Vipere soffianti. Un terrario destinato ad accogliere rettili di dimensioni diverse, ma sempre abbastanza cospicue, deve essere spazioso; spaziosissimo poi deve essere quello destinato ai giganti: i Boidi, i Pitonidi, gli Anaconda già citati. Le dimensioni minime dei contenitori saranno quindi di 1 x 1,50 m con un’altezza di 1 m.
Nelle mie sale tropicali io ho impiantato le vasche lungo le pareti in nicchie in muratura, con il cristallo superiore munito di una griglia mobile per effettuare le necessarie pulizie, mentre anteriormente sono disposti doppi vetri ribaltabili, da usarsi per trasferimenti e manutenzione.
Se invece, come accade nel caso degli hobbies, si intende custodire i Rettili in teche indipendenti, sarà bene usarne di quelle a doppi vetri intelaiati, con un doppio fondo bucherellato, possibilmente di legno, per una facile eliminazione degli abbondanti detriti e delle deiezioni.
Uno dei lati della teca sarà scorrevole appunto per queste funzioni di ripulitura (che va fatta con acqua calda senza detersivi). Si dovrà tenere inoltre a disposizione una paratia pure di vetro, per dividere l’ambiente, in modo da spingere in uno dei settori così formati l’animale, mentre si pratica la pulizia dell’altro, e viceversa.
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La temperatura dovrà essere mantenuta costante per mezzo di apparecchi a termostato, da tenere in azione durante il giorno. È sempre opportuno permettere, con la temperatura a giusta misura, l’ibernazione dei Rettili durante la stagione adatta. Si usano a scopo di riscaldamento anche serpentine ad acqua calda disposte sul fondo del terrario, oppure le lampade a raggi infrarossi di cui si è già parlato. Naturalmente tutto questo è subordinato alle origini e alle abitudini dei Rettili prescelti.
Per quello che riguarda il grado di umidità da mantenere, se le specie ospitate sono provenienti da zone aride, basterà tenere nel rettilario soltanto una ciotola a bordi bassi con l’acqua da bere.
Per i serpenti originari delle zone umide, invece, più che un grande bacino d’acqua in cui il rettile sarebbe tentato di restare a lungo debilitandosi, si potrà introdurre una grossa spugna sempre inzuppata. Anche qualche piccola pianta in vaso servirà allo scopo.
Non occorre insistere sulla assoluta necessità di una continua e accurata pulizia delle vasche. Il ristagno dei residui e delle deiezioni può essere causa di malattie gravi.
Per la base, o fondo, del rettilario che, come abbiamo detto, si consiglia costituita da una grata o da una plancia in legno, si dovranno evitare le superfici troppo lisce, che ostacolerebbero dolorosamente lo strisciare del serpente. Non sarà quindi male disporvi tronchi secchi se si tratta di rettili arboricoli, sabbia se si tratta di specie terragnole, e ancora sassi e radici che facilitino l’attrito necessario al mutamento della pelle, stato fisiologico di cui parleremo più tardi.
Trattamento degli ospiti nel rettilari
I Serpenti apprezzano la tranquillità e non gradiscono essere manipolati bruscamente.
Secondo le indicazioni della fig. 22, l Rettile va sempre preso delicatamente a metà corpo, o se è eccitabile, tenuto con una mano nella parte posteriore della mascella mentre con l’altra mano si sorregge la parte centrale del corpo.
I grandi rettili si rimuovono con l’uso di ganci o pinze e si trasportano in sacchi di stoffa. Se la resistenza sarà troppo accanita, bisognerà abbandonare l’impresa per qualche tempo, ad evitare che si feriscano.
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Alimentazione in cattività
I Serpenti nella loro maggioranza, preferiscono le prede vive, anche se in cattività possono talvolta abituarsi a soluzioni diverse. Ogni specie ha il suo pasto preferito: roditori, uccelli, anfibi, anguille, carne ditata, ecc. L’acqua è necessaria a tutti e in abbondanza.
In quanto ai tempi e alla quantità di cibo, i Serpenti tropicali sono quelli che hanno maggiore appetito e li si vede frequentemente esplorare ogni angolo della vasca in cerca di qualcosa che li sazi. Bisognerà però evitare che si riempiano troppo e distanziare i pasti regolandosi, a seconda delle proporzioni, per il peso e la misura delle prede.
Se da poco in cattività, molti Rettili mostrano inappetenza, ma, in seguito, finiscono per abituarsi con una certa facilità anche a nutrirsi con prede congelate. In caso di ripugnanza prolungata e constatata (alcuni grossi Serpenti possono stare a lungo digiuni) occorre indagare sulle cause del rifiuto del cibo (malattie, nervosismo ecc.) e provvedere con l’alimentazione forzata di cui abbiamo già parlato, opera però consigliabile solo agli esperti o al veterinario.
Riproduzione in cattività
Come abbiamo detto, ormai non è cosa ardua ottenere la riproduzione di alcuni Serpenti in cattività. La più facile è la riproduzione ovipara. Le femmine depongono senza difficoltà le uova che possono incubare esse stesse acciambellandovisi sopra.
In un rettilario, può essere più efficace ricoprire di carta bagnata le uova messe in un recipiente tenuto caldo durante il giorno. Questa incubazione dura 40±70 giorni, durante i quali si dovrà continuare a mantenere umida la carta. Invece di carta si potrà usare il muschio.
Abbiamo così fornito i più semplici ed essenziali elementi tecnici per il mantenimento e l’allevamento dei Serpenti nel rettilario; altri particolari si daranno nella consueta elencazione delle specie più adatte ad essere ospitate.
Quali serpenti allevare nel rettilario
Quello dei Serpenti o Ofidi è un sottordine dei Rettili che riunisce animali le cui dimensioni vanno da pochi millimetri (Typhops eryinus) a una decina di metri (Anaconda).
Discendenti dai Sauri, i Serpenti si distinguono per la tipica forma allungata del corpo e per la mancanza degli arti sia anteriori che posteriori, per quanto alcune specie portino tracce di questi ultimi. La testa è slanciata, più o meno distinta dal collo e, in certe forme che vivono nel terreno, difficilmente distinguibile dalla coda. Il muso può essere breve o più lungo, provvisto talvolta di appendici come i cornetti di certe vipere o le sporgenze sopraoculari dei Ceraste. La coda in certi casi è lunga e aguzza, in altri più tozza, nei Crotalidi è provvista del famoso « sonaglio », in altre specie di una spina.
La pelle è ricoperta di placche ossee e di squame che hanno anche una funzione sensoriale. Queste placche sono anche diversissime di forma e collocazione. Il complesso presenta disegni regolari anche bellissimi e macchie che si fanno più vivide dopo la muta della pelle. Questa avviene in determinati periodi dell’anno e si annuncia in cattività con disappetenza e opacità degli occhi. L’animale strofina allora il muso su pietre o tronchi, e cominciando dalla regione del muso stesso, la vecchia pelle cade tutta intera, lasciando al di sotto una livrea splendente e occhi tornati limpidi e chiari.
La speciale conformazione del lungo corpo cilindrico, in cui prevalgono naturalmente vertebre e costole, condiziona anche le dimensioni dei visceri interni, di cui il solo stomaco ha la capacità di dilatarsi in modo notevole.
L’apparato uditivo è quasi del tutto mancante, la capacità visiva è buona nella maggioranza delle specie, mentre in quelle fossorie, use a vivere nel terreno, gli occhi sono atrofizzati. Le palpebre sono saldate tra loro e trasparenti, formando una sorta di lente. Efficienti sono pure le sensazioni olfattive. Quelle tattili sono affidate ad aree sensoriali, sparse sul corpo, e alla lingua bifida e sottile. Il cosiddetto « organo a fossette » dei Crotalidi posto tra l’occhio e la narice, rivestito da una membrana, funziona da ricettore termico per l’adattamento alla temperatura esterna.
La riproduzione può essere ovipara o ovovivipara.
La velenosità riguarda solo una parte di questo gruppo, e si manifesta attraverso i due denti uncinati e canalizzati che alcune specie posseggono, collegati a ghiandole velenifere. Il veleno, che ha funzione sia digestiva per l’animale stesso, sia di difesa, sia di cattura delle prede, non è sempre pericoloso per l’uomo, al contrario, la scienza moderna ne ha tratti elementi utili alla terapia di malattie umane come le emorragie, l’epilessia, l’asma, la corea, o alla preparazione di analgesici. Comunque la protezione del veleno è affidata a sieri antiofidici fabbricati in tutto il mondo e di ormai provata efficienza.
Cominciamo con i serpenti appartenenti alle famiglie formate dagli individui più grandi. Per essi il rettilario deve avere misure notevoli con una parte asciutta, ampia, e una vasca piuttosto larga. Le pareti di vetro debbono essere spesse o addirittura doppie e il fondo sostituito da una griglia. Grossi rami e tronchi costituiscono l’arredamento, senza contare, naturalmente, gli impianti di riscaldamento e di illuminazione. I grossi serpenti si nutrono di topi, ratti, porcellini l’India, uccelli, di cui il rettile sputa penne e zampe dopo ‘vedi stritolati e inghiottiti. Per la massima parte i serpenti citati sono soggetti a ibernazione.
Pitone reticolato (Python reticulatus). Lungo fino a 9 m, diffuso in tutto il territorio indo-malese nelle zone caldo umide a fitta vegetazione. È anche un buon nuotatore. La sua pelle è a fondo chiaro con un disegno scuro « reticolato ». Si riproduce per uova deposte in numero di 50 o 60 e covate dalle femmine che avvolgono su di loro le spire e restano digiune durante il periodo di incubazione che dura qualche settimana, muovendosi solo al momento della schiusa. Pitone delle rocce (Python molurus). Lungo 4-6 m, dalla pelle chiara a disegni radi, è diffuso nelle zone caldo umide africane a sud del Sahara. Cattura le prede attendendole all’agguato. Si riproduce con oltre 100 uova, incubate tra le spire della femmina per varie settimane. In cattività non è aggressivo e piuttosto pigro.
Boa costrittore (Boa constrictor). È il più grande dei Boidi, lungo 4±6 m, abita le regioni forestali del sud-America. Ha una bellissima pelle a disegni geometrici. Divora le sue grosse prede stritolandole tra le spire e inghiottendole a poco a poco. Tali enormi pasti avvengono ogni 10 o 15 giorni, dopo di che la digestione rende lento e pigro l’animale ed è in questo momento critico che è possibile catturarlo. La riproduzione è ovovivipara. La femmina « partorisce » una trentina di piccoli per volta.
Specie affini sono: il Boa arcobaleno (Epicrates cenchris) sudamericano lungo fino a 3 metri, che ha una colorazione splendente e varia; il Boa canino (Conallus caninus) che vive nelle grandi foreste brasiliane, è lungo 1,50 m ed emette soffi potenti; molto pigro e indolente, è anch’esso ovoviviparo; il numero dei piccoli varia da 8 a 10.
Anaconda (Eunectes murina). È forse il più grande dei Serpenti. Raggiunge i 10 m e pesa al massimo un quintale. Vive nelle zone paludose delle foreste amazzoniche nutrendosi di mammiferi, uccelli, pesci e alligatori. La riproduzione è vivipara. La femmina « partorisce » figli da 4 a 40, lunghi circa 70 cm. In cattività è assai longevo; si nutre di topi, uccelli, tacchini, conigli, a seconda delle sue dimensioni.
Natrice dal collare (Natrix natrix). La femmina ha dimensioni maggiori del maschio, può raggiungere 1,50 m, diffuso in Europa, nord Africa, Asia occidentale, abita presso corsi d’acqua e si nutre di rane e di pesci. Presenta sul capo macchie semilunate gialle e nere su colorazione grigio verdastra. Per queste macchie gli antichi lo chiamavano « serpente coronato ». Sebbene inoffensivo per l’uomo, è provvisto di una ghiandola velenifera che ha funzioni soprattutto digestive. Le femmine depongono da 10 a 30 uova vischiose agglutinate, che nascondono nei mucchi di materiale putrescente. Sarà necessario disporre nel rettilario un largo bacile d’acqua e, sulla zona asciutta ben drenata, un tronco ramoso. Specie affini: Natrice striata (Natrix rigida) lunga 40 cm, nordamericana, dalla pelle bruna con due strisce scure sul dorso; Natrice viperina (Natrix maura) diffusa anche in Italia, lunga 80 cm nei maschi e un metro nelle femmine, ha sul dorso una linea spezzata che la fa rassomigliare a una vipera. Altri appartenenti al genere Natrix sono i molti « Serpenti d’acqua » nordamericani.
Coronella austriaca (Coronella austriaca austriaca). Diffusa in Europa fino all’Asia minore, lunga 75 cm, vive nelle zone più asciutte e sassose nutrendosi di sauri e piccoli rettili che stritola e poi divora. È ovovivipara. In cattività è piuttosto vivace e aggressiva.
Serpente reale americano (Lampropeltis getulus). Lungo fino a 2 m con un disegno a catena chiaro sul dorso. Anch’esso si adatta bene alla cattività.
Biacco o Colubro verde e giallo (Coluber viridiflavus). Lungo anche 1,50 m. Presenta sul corpo placche a carena. Il dorso è verde-nero e il resto del corpo picchiettato di verde. Diffuso in Europa nelle regioni mediterranee. Vive in terreni rocciosi dove si arrampica agevolmente. Si ciba di sauri e di topi. È innocuo ma aggressivo.
Specie affini: Colubro sardo o Colubro a ferro di cavallo (Coluber brippocrepis) lungo fino a 1,70 m, diffuso in Spagna, Sardegna, Pantelleria, Africa nord-occidentale, ha sul capo una fascia scura, sul corpo macchie ovali; Colubro di Esculapio (Elaphe longissima) lungo fino a 2 m, diffuso nei territori aridi e cespugliosi, presso vecchie mura o massi, si arrampica e nuota se si trova in zone d’acqua; si nutre di topi e uccelli.
Tutti questi rettili vivono bene in cattività.
Colubro leopardino (Elaphe situla). È considerato il più bello dei Serpenti europei. Lungo un metro, ha una colorazione grigio-rossastra, sul muso una macchia nera cui seguono macchie rossicce bordate di nero. Macchie trasversali scure sono pure sui fianchi. Diffuso nei paesi mediterranei e in Crimea. È arboricolo, si nutre di topi. Nonostante sia aggressivo in libertà, si adatta benissimo alla cattività.
Mangiatore di uova (Dasypeltis scabra). Lungo 75 cm. Specie africana arboricola che si nutre di uova ingoiandole con i gusci. Il corpo è snello; caratteristica è la conformazione della bocca e della gola che sono in grado di dilatarsi per lasciare passare anche grosse uova, che poi vengono rotte dalle vertebre del collo che sporgono nell’esofago come una sega.
In cattività questi Serpenti, se giovani, vanno nutriti con uova di piccione.
Specie affine è il Mangiatore di uova indiano (Elachistodon westermanni) lungo 75 cm, anch’esso arboricolo.