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In questa guida spieghiamo come scegliere il migliore terrario.
Risulta essere uno degli aspetti più importanti per chi ha a cuore la salute dei propri rettili, a prescindere da come è realizzato è importante che sia dimensionato opportunamente, che sia fornito di una buona aerazione e che venga sempre mantenuto pulito. Al suo interno è necessario ricreare le caratteristiche climatiche dell’ambiente dove vive il rettile che vogliamo introdurre. Una buona regola è acquistare il terrario prima di acquistare l’animale e prepararlo in base alle esigenze del suo ospite. In questo capitolo affronteremo gli aspetti più importanti per allestire un terrario: come riprodurre le caratteristiche climatiche, come arredarlo, dove posizionarlo e le operazioni da eseguire per mantenerlo sempre pulito ed efficiente.
Materiali
I materiali con i quali è possibile realizzare un terrario sono i seguenti:
Vetro: è adatto alla maggior parte dei rettili, si pulisce facilmente garantendo in questo modo la massima igiene ed ha una buona resa estetica. Attenzione : se il terrario è particolarmente grande, con lastre di vetro che superano il metro di lunghezza, assicuratevi che i vetri siano sufficientemente spessi (almeno 6 mm) dato che la maggior parte dei terrari che troviamo nei negozi sono fatti in economia con vetri che difficilmente superano i 5 mm di spessore. Il principale difetto del vetro è costituito dalla sua fragilità quindi prestate la massima attenzione durante le operazioni di pulizia e manutenzione. Le pareti in vetro sono tenute insieme fra loro con silicone e l’apertura di questo tipo di terrario è di solito frontale ad una o due ante scorrevoli.
Legno: è un materiale che trattiene naturalmente il calore e l’umidità ed è proprio per questo che trova un larghissimo impiego nella realizzazione di terrari artigianali. Al suo interno è possibile fissare con una certa facilita tronchi e mensole ma ha lo svantaggio di ammuffire ed incrinarsi se non è stato preventivamente trattato con della vernice atossica impermeabilizzante. Un altro inconveniente dei terrari in legno è la loro difficile disinfezione, specialmente in seguito ad un infestazione da acari, inoltre grilli e caimani lasciati liberi all’interno di un terrario in legno potrebbero rosicchiarlo. Il miglior legno per realizzare un terrario è il multistrato marino ma si possono ottenere risultati estetici altrettanto soddisfacenti e funzionali anche con del più economico truciolato. Anche in questo caso troviamo spesso un’apertura frontale realizzata da una o due ante in vetro scorrevoli. L’apertura di un terrario in legno può essere realizzata con delle lastre in vetro o plexyglass.
Rete: vengono prevalentemente utilizzati nell’allevamento dei camaleonti, favoriscono la circolazione dell’aria al loro interno e permettono ai rettili di beneficiare della luce solare diretta. Sono facilmente lavabili e trasportabili ma sono condizionati dalla temperatura della stanza in cui vengono collocati e proprio per questo motivo non trovano un grosso impiego. La rete può essere in plastica, nylon o materiale metallico l’importante è che la maglia non sia troppo spessa per evitare che il rettile rimanga intrappolato per le unghie. Assicuratevi inoltre che la maglia della rete non consenta a grilli o altri insetti di scappare o di venire rosicchiata. I terrari in rete vengono utilizzati già da qualche anno con un discreto successo nell’allevamento di camaleonti, devono essere ancorati saldamente sul fondo da una pianta o da un oggetto che non permetta al rettile di rovesciare il terrario.
Metallo: sono delle vere e proprie gabbie, adatte soltanto per iguane e altri grossi sauri. Personalmente le reputo non adatte per ambienti interni mentre risultano estremamente pratiche come terrario estivo per camaleonti e grossi sauri che possono beneficiare della luce solare diretta e possono essere tenuti all’esterno solo per alcuni mesi all’anno. L’apertura di questi terrari che di solito sono predisposti per ospitare volatili o roditori non è delle più idonee per i sauri che arrampicandosi potrebbero facilmente spingere la porta e scappare, occorre quindi prendere le dovute precauzioni affinché ciò non accada.
Plastica: vengono per lo più utilizzati in batterie per chi necessita di molti terrari che siano pratici e facilmente lavabili. I terrari in plastica vengono impiegati per esposizione nei negozi, come ambienti di quarantena o come mezzo di trasporto per gli animali. Di solito hanno dimensioni abbastanza ridotte e sono quindi adatti per esemplari baby o specie di piccola taglia. I terrari in plastica che di solito vengono chiamati “fauna-box” sono uno strumento indispensabile tanto per l’allevatore esperto quanto per l’hobbysta alle prime armi perché permettono di ospitare in sicurezza il rettile durante le operazioni di pulizia del terrario o durante un periodo di quarantena.
Tipo Apertura
Il terrario deve avere una o più pareti mobili per permetterci di accedere al suo interno per alloggiare o rimuovere un esemplare o semplicemente per effettuare le operazioni di manutenzione. I tipi di apertura più frequentemente utilizzati sono
Frontale ad un’anta scorrevole: il vetro scorre su un binario con sezione ad “U” di materiale metallico o plastico. I principali svantaggi di un terrario ad una sola anta scorrevole sono: la dimensione ed il peso della singola lastra e lo spazio laterale necessario a far scorrere completamente fuori dal binario la lastra per estrarla. L’estrazione e l’inserimento del vetro può essere agevolato utilizzando un binario superiore più alto di quello inferiore. In questo modo infatti afferrando la lastra e sollevandola verso l’alto è possibile estrarla senza farla necessariamente scorrere.
Frontale a due o più ante scorrevoli: i vetri scorrono su dei binari paralleli di metallo o di plastica. A differenza dei precedenti i terrari a due o più ante non presentano svantaggi significativi e sono i più diffusi perché permettono di estrarre facilmente le lastre per pulirle e non occupano ulteriore spazio dato che le lastre scorrono parallele l’una di fronte all’altra. L’estrazione e l’inserimento delle lastre è reso possibile dalle diverse altezze dei binari superiore ed inferiore, il binario superiore deve essere più alto di quello inferiore.
Frontale a libro : vengono utilizzate delle cerniere in metallo fissate solitamente alle pareti laterali. Per terrari di una certa dimensione, approssimativamente superiori al metro di lunghezza, non si impiega un’apertura di questo tipo perché presenta gli stessi inconvenienti di un apertura frontale ad una sola anta scorrevole.
Frontale a ghigliottina : il principio di funzionamento è lo stesso descritto per l’apertura ad ante scorrevoli. I binari di metallo o plastica vengono predisposti su due pareti laterali del terrario sui quali viene fatta scorrere una lastra in vetro. Un’apertura di questo tipo è particolarmente comoda su terrari di piccole dimensioni perché a differenza di un’apertura ad ante scorrevoli non richiede ulteriori accessori per bloccare l’unica via di fuga dal terrario. I binari necessari per realizzare un apertura frontale a ghigliottina devono avere stessa altezza e stessa lunghezza.
Frontale a vetro estraibile: è utilizzata quasi esclusivamente su terrari in batteria e comunque su terrari di dimensioni molto contenute. Il principio di funzionamento è quello di inserire una lastra di vetro fra due binari, quello superiore deve essere più alto di quello inferiore per permettere l’inserimento e l’estrazione della lastra. L’unica differenza con un terrario con apertura ad anta scorrevole è che in questo cavo i binari sono bloccati dalle pareti laterali che non consentono di far scorrere la lastra a destra o a sinistra. Per aprire il terrario di solito si utilizza una ventosa che consenta di afferrare saldamente la lastra in vetro.
Temperatura
Durante la maggioranza dell’anno la temperatura esterna o quella interna alle nostre abitazioni non soddisfa i requisiti della stragrande maggioranza delle specie tropicali e si rende necessaria l’installazione nel terrario di un elemento riscaldante, ma di cosa stiamo parlando quando usiamo il termine elemento riscaldante. Con questo termine raggruppiamo una serie di strumenti in grado di emettere calore e quindi riscaldare il terrario, procediamo con una rassegna dei più diffusi:
Piastre o tappeti riscaldanti: possono essere posizionati sotto il substrato o fra il piano di appoggio e la base del terrario e hanno dimensioni differenti a seconda della potenza che sono grado di erogare (Watt). E’ importante che siano dimensionati opportunamente in modo tale da mantenere all’interno del terrario la temperatura più idonea al rettile allevato. Evitate di sovradimensionare questi elementi riscaldanti poiché in caso di guasto dell’apparecchio o del timer al quale questo può venire collegato potreste portare la temperatura del terrario al di fuori dei limiti tollerati dall’animale. La piastra riscaldante deve raggiungere e mantenere una temperatura massima entro e non oltre il limite idoneo al vostro rettile anche qualora rimanga accesa per molte ore di seguito. Il consiglio che vi do è quello di posizionare il tappeto riscaldante sempre al di fuori del terrario per evitare che il rettile possa venire a contatto con lo strumento, può sembrare una esagerazione ma grilli e sauri potrebbero rosicchiare e mordere il cavo che collega lo strumento alla presa elettrica.
Cavi riscaldanti : utilizzano lo stesso principio di funzionamento delle piastre riscaldanti, solo che non sviluppano il calore su una superficie ma lungo un cavo isolato che possiamo posizionare all’interno del terrario nel modo che preferiamo. Sono fra gli strumenti di riscaldamento più efficaci perché permettono se posizionati opportunamente di creare all’interno del vostro terrario delle zone a differenti livelli di temperatura. Valgono gli stessi consigli dati per le piastre riscaldanti, quindi attenti a non acquistare un cavetto riscaldante di potenza troppo elevata. Spesso i cavi riscaldanti vengono distribuiti da aziende che producono materiale per acquari e sono progettati anche per essere immersi in acqua quindi non temono ambienti troppo secchi o troppo umidi. Anche in questo cavo è preferibile installare il cavo riscaldante al di fuori del terrario per evitare qualunque incidente. Attenzione, potete realizzare una piastra riscaldante anche usando un cavo, per farlo è sufficiente acquistare un foglio di polistirolo spesso almeno 1cm, scavare una canaletta dove far passare il cavo e appoggiare il terrario sopra il foglio di polistirolo.
Rocce riscaldanti: il principio ancora una volta è lo stesso delle piastre e dei cavetti riscaldanti ma mentre di solito i primi vengono consigliati non possiamo dire altrettanto delle rocce riscaldanti. La differenza sostanziale non è nel metodo ma nell’applicazione: mentre piastre e cavetti vengono posizionati sotto il substrato o sotto il terrario la pietra riscaldante deve essere posizionata in superficie e viene ad essere a diretto contatto con l’animale. Quali sono gli svantaggi di questo tipo di applicazione ? Le riviste e gli allevatori dicono che le rocce riscaldanti portano notevoli scompensi all’organismo dell’animale che è inevitabilmente attratto dalla fonte di calore e passa molte ore sopra la roccia, le aziende che le commercializzano ne parlano decantandone i vantaggi e a sostegno della loro teoria portano non pochi pareri veterinari. Ritengo che le rocce riscaldanti siano un valido strumento anche se la loro applicazione come elemento riscaldante principale di un terrario è del tutto sbagliata, inserendo una roccia riscaldante ad una temperatura costante di 26-28°C non facciamo cosa sgradita all’inquilino del terrario, quello che è sbagliato è pensare di riscaldare l’intero ambiente posizionando, faccio un esempio, una roccia da 75 Watt. Per essere chiari vi faccio un esempio di come secondo me è possibile impiegare correttamente una roccia riscaldante : inserite pure la vostra roccia all’interno ed assicuratevi che la temperatura di contatto con l’animale non sia superiore ai 22-26°C, utilizzate quindi un tappetino riscaldante per mantenere l’ambiente a 26°C, la roccia infatti non basta a riscaldare tutto l’ambiente.
Lampade riscaldanti: sono comprese sotto questa definizione sia le lampade in ceramica che le lampade spot. Le lampade in ceramica hanno queste caratteristiche: raggiungono temperature molto elevate, non forniscono alcun tipo di illuminazione e vanno necessariamente fissate utilizzando un portalampada in ceramica, l’unico in grado di resistere a temperature così elevate. Le lampade spot invece sono in grado di fornire luce ad emissione di raggi UVA e allo stesso tempo provvedere al riscaldamento di una piccola zona del terrario, possono essere utilizzate in tutti i terrari contenenti rettili anche se sono particolarmente indicate per i bagni di sole di moltissime specie di sauri, a questo proposito vi suggerisco di puntare una lampada spot direttamente su un tronco o su una roccia. Tutte le lampade possono essere protette da una rete metallica in modo tale che l’animale toccandole non si ustioni. Un altro tipo di lampade che si rivelano molto utili sono le lampade notturne che forniscono una tenue luce rossa o blu particolarmente adatta per non disturbare l’attività notturna di molti rettili e permetterci allo stesso tempo di osservare la vita notturna del nostro terrario.
Ora che conosciamo gli strumenti con i quali è possibile riscaldare un terrario è importante imparare a dimensionarli, a collocarli opportunamente ed a rispettare un ciclo stagionale. Procediamo per ordine
La potenza degli elementi riscaldanti: per non trasformare il terrario in un piccolo forno occorre non sovradimensionare lampade, cavi e tappetini. Ma come è possibile calcolare con precisione la potenza degli elementi riscaldanti necessari a mantenere una certa temperatura? Alcuni testi mettono a disposizione una tabella dove associano le dimensioni del terrario ad un certo numero di lampade o altri elementi senza considerare fattori essenziali quali la temperatura della stanza o la distanza da una finestra o da un calorifero. Un esempio potrà chiarire meglio quanto ho appena detto: per riscaldare un terrario di un metro di lunghezza può essere sufficiente un cavo riscaldante da 50 Watt ma se il terrario è posizionato sopra un calorifero la temperatura al suo interno potrebbe superare i 30°C anche senza l’utilizzo del cavo. Il metodo migliore per calcolare opportunamente la potenza degli elementi riscaldanti è installare nel terrario un termometro digitale o analogico di quelli che memorizzano la temperatura minima e massima, lasciare per qualche giorno funzionare il terrario e verificare quotidianamente le varie temperature in diversi momenti della giornata.
La termoregolazione: L’argomento temperatura è ben lontano dall’essere esaurito, ed occorre perlomeno introdurre un altro fattore determinante per i rettili e che è strettamente legato alla temperatura: la termoregolazione. Tutti i rettili infatti sono eterotermi, significa che non possiedono meccanismi propri di regolazione della temperatura corporea, e che pertanto regolano la propria temperatura corporea in funzione dell’ambiente esterno. In natura qualunque rettile sarebbe in grado di ripararsi dal calore se la temperatura cominciasse a diventare insopportabile o viceversa esporsi al sole per riscaldarsi, in terrario non è possibile, a meno che non siamo noi a fornire delle diverse temperature all’interno del terrario. Immaginiamo di venire chiusi all’interno del forno di una cucina, nessun problema fintanto che qualcuno non accende il forno e la temperatura non inizia ad aumentare. Già dopo pochi minuti la temperatura diventa insopportabile ed il forno essendo un ambiente chiuso e circoscritto non ci offre via di fuga, siamo quindi costretti a cuocere lentamente. Superata la soglia limite l’organismo muore. Noi dobbiamo evitare di trasformare il terrario in un forno e soprattutto fornire al rettile “una via di fuga”, ovvero una zona più fredda. In altre parole dobbiamo permettere al rettile di termoregolarsi.
Il ciclo stagionale: la temperatura è un parametro ambientale particolarmente critico nell’allevamento in cattività dei rettili. Per introdurre l’argomento occorre ricordare che un terrario altro non è che una ricostruzione quanto più possibile fedele dell’habitat e dei parametri ambientali del luogo di provenienza del rettile. Questi luoghi di provenienza dislocati nei vari continenti sono soggetti al ciclo delle stagioni, presentano quindi temperature diverse durante l’anno. Temperature a cui il rettile si è adattato a vivere nel corso si migliaia di anni di evoluzione della specie. E’ insensato quindi affannarsi a mantenere, come molti fanno, temperature costanti durante tutto l’anno. E’ corretto invece ri-creare il ciclo stagionale: temperature più elevate durante la stagione estiva e più basse durante il periodo invernale. Teniamo inoltre presente che oltre alle variazioni stagionali ci sono variazioni legate al fotoperiodo, la temperatura è più alta durante il giorno, più bassa durante la notte. Il ciclo stagionale oltre che delle variazioni di temperatura deve tenere conto anche del fotoperiodo, cioè del numero di ore di luce in una giornata. Le ore di luce sono direttamente proporzionali agli aumenti di temperatura, devono essere maggiori d’estate e minori d’invenro. Una corretta gestione della temperatura e del fotoperiodo nel terrario favoriscono gli accoppiamenti.
L’isolamento: si rende necessario quando il terrario viene montato in un locale interrato o in una stanza priva di riscaldamento, per isolare il terrario si usano delle lastre di polistirene espanso sinterizzato (polistirolo) attaccate con del biadesivo o del silicone sulle pareti laterali del terrario, sul fondo, sulla parete posteriore e sul coperchio. Questo metodo viene applicato esclusivamente ai terrari in vetro o plastica, per quelli in legno non si rende necessario. Per migliorare la resa estetica è possibile incollare alle lastre di polistirolo della carta adesiva per rivestimenti scegliendola del colore o del motivo che meglio si integra con il resto dell’arredamento. Frequentemente utilizzata è la carta adesiva per rivestimenti che ricalca i motivi del legno oppure quella utilizzata per gli sfondi degli acquari.
Prima di concludere l’argomento voglio ribadire un’ultima volta quanto sia importante tenere costantemente sotto controllo la temperatura, meglio sarebbe inserire nel terrario un paio di termometri e posizionarli rispettivamente nell’angolo più caldo e nell’angolo più freddo. Per perfezionare ulteriormente questo sistema di controllo è possibile acquistare dei termometri che registrano la temperatura massima e la minima.
Illuminazione
Spesso le lampadine che utilizziamo come elemento riscaldante vengono considerate anche un’idonea sorgente luminosa per il terrario. Questo è parzialmente vero perchè non tiene conto della specie ospitata nel terrario. La luce ultravioletta si divide in tre bande a seconda della lunghezza d’onda: UVA, UVB e UVC. Tralasciamo i raggi UVC, che vengono filtrati dall’atmosfera e che sono dannosi in quanto danneggiano il sistema immunitario e sono fonte di tumori, e concentriamoci sui raggi UVA e UVB. Gli organi della vista dei rettili sono in grado di vedere lo spettro UVA ed alcuni ricercatori hanno dimostrato che i rettili sottoposti ad un illuminazione che comprenda questi raggi, spesso hanno meno difficoltà a nutrirsi in cattività e si dimostrano più reattivi. I benefici dei raggi UVA sono tuttavia una scoperta recente, mentre i benefici dei raggi UVB sono oramai ampiamente dimostrati, visto che permettono la sintesi della vitamina D3 che a sua volta permette all’animale di assimilare il calcio contenuto negli alimenti.
Le lampade UVB sono INDISPENSABILI per tutti i rettili vegetariani, mentre non sono di nessuna utilità per i carnivori e per le specie fossorie e notturne. I motivi sono semplici: i carnivori sono in gradi di utilizzare la vitamina D3 contenuta nelle prede mentre le specie notturne e fossorie anche in natura non si espongono mai, o quantomeno molto raramente, alla luce solare. Le specie erbivore, assimilano con i vegetali solamente la vitamina D2, molto meno efficace della D3 e sono quindi in grado di produrre quest’ultima sintetizzandola autonomamente tramite un catalizzatore naturale: la luce solare. Quando un sauro o una tartaruga si espongono al sole quindi, non lo fanno solo per termoregolarsi, ma anche per produrre la vitamina D3 fondamentale per una corretta crescita e formazione della struttura scheletrica. Ricordiamo che la vitamina D3 è indispensabile al rettile per assimilare il calcio contenuto negli alimenti, senza questa vitamina il rettile è in grado di assimilare solo il 10-15% di questo calcio.
Quanto deve durare l’esposizione del rettile alla sorgente UVB per poter sintetizzare la vitamina D3 ? Il tempo varia a seconda di numerosi fattori fra cui ricordiamo solo i più importanti: l’età del rettile, la distanza della sorgente luminosa e la percentuale di emissione di raggi UVB della sorgente luminosa. Chi afferma che sono sufficienti pochi minuti di esposizione, come chi dice che sono necessarie anche 8 ore, sbaglia. Occorre tenere conto che un animale adulto, la cui struttura scheletrica è già completamente sviluppata assimila una quantità di calcio inferiore rispetto ad un esemplare giovane e quindi in crescita. Anche la distanza della sorgente luminosa e la percentuale di emissione di raggi UVB giocano un ruolo fondamentale. Avere un’ottima lampada posizionata lontana dall’animale non serve a nulla. La stessa cosa vale per chi utilizza lampade a scarsa emissione posizionate a distanza estremamente ravvicinata. A titolo indicativo suggerisco sempre di posizionare la lampada al massimo a 50 cm di distanza dal rettile, prestando sempre molta attenzione alla quantità di calore che la stessa lampada emana. Per quanto riguarda invece la percentuale di emissione di raggi UVB questa varia fra il 2 e l’ 8%. Le lampade UVB non devono essere filtrate da pareti in vetro o plastica perchè questi materiali filtrerebbero anche i raggi UVB. Meglio ricorrere ad una rete metallica per impedire al rettile di venire in contatto con la lampade ed ustionarsi.
Le patologie più frequenti, legate alla mancata esposizione prolungata nel tempo ai raggi solari, sono: microfratture degli arti, crescita rallentata, rachitismo, osteoporosi e decalcificazioni all’apparato scheletrico. Tutti queste patologie si identificano piuttosto facilmente in un rettile, i sintomi sono evidenti: mandibola molle e spesso deforme, coda storta in uno o più punti, soggetto debole al tatto e dotato di scarsa mobilità.
Attenzione agli integratori, sia liquidi che in polvere, spesso vengono acquistati credendo erroneamente di sostituirli ad una lampada UVB. Senza uno lampada a raggi UVB queste sostanze non vengono metabolizzate e sono inutili se non potenzialmente dannose per il rettile. Un rettile in buona salute e che si alimenta regolarmente non necessità di alcun integratore.
In base alla mia esperienza, su diverse specie di sauri e di tartarughe, vi consiglio di far trascorrere il periodo estivo a questi rettili in una voliera allestita all’aperto, magari in giardino o in terrazza. Nessuna luce artificiale, per quanto complessa, può sostituire la luce solare. Inoltre i sauri che trascorrono il periodo estivo all’aperto, nei luoghi dove la temperatura lo consente, si dimostrano più robusti e vitali. Predisponete lo spazio interno alla voliera in modo da creare, tramite l’ausilio di piante o tronchi, delle zone d’ombra.
Umidità
E’ determinante per alcune specie mantenere all’interno del terrario un tasso di umidità relativa dell’aria compreso fra determinati valori. Periodi prolungati ad un tasso al di fuori di questi valori, potrebbero essere pericolosi e a lungo andare letali per il rettile. Ecco perchè occorre quindi tenere sempre sotto controllo questo parametro. Esiste un apposito strumento chiamato igrometro, che ci permette di tenere l’umidità sotto controllo, e che è consigliabile acquistare. Qui di seguito sono descritti alcuni sistemi per innalzare il tasso di umidità,
-il più semplice è senza dubbio nebulizzare il terrario una o più volte al giorno. Per farlo potete utilizzare un comune nebulizzatore in vendita nei negozi che espongono articoli per giardinaggio. Unico inconveniente: l’acqua prelevata dal rubinetto di casa forma un fastidioso deposito di calcare sulla pareti del terrario, causa di questo fenomeno sono i sali di Calcio e Magnesio contenuti nell’acqua. Se il vostro terrario è in vetro evitate di nebulizzare le pareti per evitare il deposito di questi sali su di essi.
-un altro comodo espediente consiste nel posizionare la vasca dell’acqua sopra il cavo riscaldante o sotto una lampada. In questo modo la temperatura dell’acqua aumenta favorendo il fenomeno di evaporazione e di conseguenza l’aumento del tasso di umidità. Attenzione: nei terrari con scarsa aerazione questo sistema favorisce la formazione di condensa sulle pareti del terrario. Il fenomeno della condensa consiste nella trasformazione in acqua del vapore contenuto nell’aria e dipende dal rapporto tra temperatura e umidità relativa contenuta nell’aria: al variare di questa ultima cambia il “punto di rugiada”, ovvero la temperatura al di sotto della quale il vapore si condensa in gocce d’acqua.
-posizionare una spugna bagnata nel terrario. L’acqua della spugna evaporando progressivamente contribuirà ad aumentare la percentuale di umidità nel terrario. Per evitare di inumidire il substrato possiamo mettere la spugna in un recipiente come ad esempio un sottovaso.
-installare un gocciolatore all’interno del terrario. Un gocciolatore non è altro che un contenitore, di solito in materiale plastico atossico, dotato di due fori: sul foro di uscita in basso può essere montato un rubinetto che permette di regolare la fuoruscita dell’acqua mentre il foro di entrata in alto permette l’ingresso dell’aria nel contenitore. La pressione dell’aria consente all’acqua di fuoriuscire lentamente dal contenitore. Questo metodo torna utile oltre che per l’umidità anche per permettere ad alcuni sauri di abbeverarsi.
-per favorire l’evaporazione dell’acqua può essere sufficiente aumentare la superficie dell’acqua direttamente a contatto con l’aria. Contenitori poco profondi ed ampi, come i sottovasi per piante, risultano idonei allo scopo. Ricordate che maggiore è la quantità d’acqua e di conseguenza la dimensione della vasca maggiore sarà l’evaporazione e la percentuale di umidità.
-utilizzare un aeratore per acquari: il costo dell’apparecchio e’ più contenuto rispetto ad un nebulizzatore ma i risultati sono altrettanto soddisfacenti. L’aria viene pompata da un compresso attraverso una membrana ed incanalata in un tubo in gomma alla cui estremità di solito viene attaccata una pietra porosa. Il continuo movimento dell’acqua anche in questo caso favorisce l’evaporazione. Un metodo analogo, ed altrettanto efficace, consiste nell’usare una pompa per acquario.
-il metodo più coreografico è quello di installare una fontana o costruire una cascata utilizzando ancora una volta un prodotto di solito impiegato negli acquari, si tratta questa volta di una pompa per filtro. La spesa è irrisoria e possiamo sbizzarrire la nostra fantasia e far scorrere dall’alto su dei sassi o su dei tronchi l’acqua. Attenzione: l’acqua che evapora deve essere rimpiazzata perché se la pompa viene lasciata girare all’asciutto si rompe dopo poco tempo.
-infine è possibile acquistare un nebulizzatore specifico per terrario, un dispositivo elettronico che per mezzo di ultrasuoni produce una nebbiolina, molto gradevole e dal sicuro effetto scenico.
-Contribuiscono a mantenere elevato il tasso di umidità anche la presenza di piante vere all’interno della teca e l’impiego di un substrato permeabile. La carta o il terriccio ad esempio una volta inzuppati d’acqua impiegano del tempo ad asciugare rilasciando progressivamente l’acqua nell’aria.
Finora abbiamo visto come innalzare il tasso di umidità all’interno del terrario, ma esiste anche il problema opposto. Per alcune specie occorre ridurre drasticamente il livello d’acqua presente nell’aria e per farlo possiamo ricorrere a questi semplici accorgimenti
-Innanzitutto diminuire la quantità d’acqua contenuta nella vasca e la dimensione della vasca stessa.
-Ingrandire le prese d’aria ed aumentando di conseguenza la corrente d’aria stessa all’interno del terrario.
-Posizionare la vasca d’acqua lontano dalle sorgenti di calore.
-Utilizzare un substrato impermeabile, che non trattenga l’acqua, come ad esempio, sassi o sabbia.
-Evitare di nebulizzare il terrario, il substrato ed il rettile stesso.
-Impiegare un deumidificatore.
Teniamo comunque in considerazione che di base la percentuale di umidità nel terrario sarà la stessa presente nell’ambiente domestico.
Gli igrometri sono strumenti destinati alla misura diretta dell’umidità relativa dell’aria, ossia misurano il rapporto fra la massa del vapore acqueo presente in un determinato volume d’aria atmosferica e la massa di vapore d’acqua necessaria per saturarlo.
Per la misura sfruttano le variazioni che l’umidità induce nelle caratteristiche chimiche o fisiche di un elemento sensibile. La grandezza misurata è l’umidità relativa UR (%).
– Igrometro a capello: Questo strumento di misura consente di rilevare il grado di umidità di un ambiente attraverso un dispositivo sensibile alla dilatazione di capelli o di peli animali tesi tra due sostegni: l’uno fisso, l’altro applicato ad una molla. Al variare dell’umidità relativa i fasci di capelli si allungano o si restringono facendo spostare un binario dentato agganciato al sostegno mobile. Il binario a sua volta fa ruotare una rotella dentata a cui è applicato un indicatore che segnala il grado di umidità su una scala graduata. Tale metodo di misurazione è alquanto impreciso e poco professionale e per rilevazioni scientifiche è consigliabile l’utilizzo di apparecchi con un grado di precisione più elevato.
– Una variante di questo strumento è l’igrografo utilizzato nelle applicazioni di misura in campo meteorologico e in ambienti dove vi sono strumenti di trattamento aria che devono mantenere condizioni costanti. E’ impiegato in musei, biblioteche e nell’industria alimentare. E’ costituito da una cassetta metallica con una finestrella che permette l’entrata dell’umidità e da una zona trasparente in cui è situato un tamburo girevole avvolto da un rotolo di carta che verrà frequentemente sostituito, sul quale tre pennini (braccetti meccanici con punta di feltro) lasciano traccia, movimentati rispettivamente da un termometro, da un igrometro a capello, e da un barometro.
– Igrometro a condensazione: è costituito da una vaschetta in acciaio inox aperta, a cui è applicato un termometro che fornisce la temperatura della vaschetta, ed un condensatore di una macchina frigorifera (come una specie di gelatiera) . Quando la macchina si accende il contenitore si raffredda e raggiunta una certa temperatura si appanna con la formazione di goccioline d’acqua. Durante gli esperimenti di laboratorio occorre cogliere attentamente l’istante in cui si formano le prime gocce d’acqua, bloccare la macchina e rilevarne la temperatura.
– L’ igrometro di Leonardo: questo strumento serve a misurare quanta acqua e’ presente nell’aria (nel momento in cui si effettua la prova). In pratica è una bilancia che in un piatto contiene una sostanza igroscopica (spugna, bambagia…) e nell’altro della cera( che invece non assorbe acqua) .In condizioni di secco, la bilancia segna zero, mentre incomincerà ad inclinarsi dal lato del materiale igroscopico man mano che aumenta l’acqua nell’aria(e di conseguenza il peso del materiale igroscopico)
– Lo psicrometro: e’ uno strumento impiegato per il calcolo dell’umidità relativa. E’ formato da due termometri identici fissati ad un telaio che si può far girare per mezzo di un’impugnatura. La rotazione che viene impressa allo P. determina una corrente d’aria che produce i seguenti effetti:il termometro asciutto assume la temperatura dell’aria ambiente (ta); il termometro bagnato indica una temperatura tb inferiore a quella dell’aria ambiente, dato il raffreddamento provocato dall’evaporazione dell’acqua che imbeve la guaina di garza. I dati igrometrici vengono dedotti dalle temperature che i due termometri indicano. Questo strumento viene anche chiamato Igrometro di Assman dal nome del suo inventore.
– Igrometro elettronico: è ideale per applicazioni di uso comune in quanto i dati di tipo elettronico sono più facilmente trattabili e registrabili. Ciò nonostante non raggiunge la precisione dello psicrometro, per cui è più indicato per rilevazioni a lungo termine. Questo apparecchio misura le resistenze elettriche ed è composto da un sensore di temperatura (termistore), un sensore di umidità (resistenza igroscopica) e da un display su cui leggere i valori. L’elettronica dell’apparecchio consente di compensare le deviazioni del trasduttore di umidità in funzione della temperatura letta ammettendo un errore massimo di 1° sulla temperatura e del 5% sul grado di umidità relativa.
Substrato
Prima di iniziare ad elencare i pregi ed i difetti dei diversi materiali usati come substrato occorre decidere come vogliamo allestire il nostro terrario. Diciamo che ci sono due modi per allestire un terrario diversissimi fra di loro e che fanno molto discutere gli appassionati della materia.
Il terrario come ricostruzione fedele dell’ambiente: alcune persone interpretano il terrario come “una piccola foresta” in casa, in alcuni casi l’animale diventa addirittura solo un elemento dell’ambiente stesso. Un terrario arredato con questa filosofia di solito venire arredato con piante vere, un substrato di terriccio, sabbia o corteccia, una vasca dell’acqua con filtro perfettamente integrata nell’ambiente come un piccolo laghetto e su terrari di una certa dimensione le pareti vengono ricreate con tecniche particolari che simulano le pareti di roccia. Tutto viene collocato per sembrare il più naturale e realistico possibile e devo ammettere che un terrario allestito con questa filosofia è meraviglioso da osservare. Tuttavia presenta notevoli difficoltà di gestione ed e’ adatto esclusivamente a rettili di piccola taglia che quindi non richiedono frequenti cambi del substrato e che non possano con la loro mole danneggiare il terrario. Le feci devono essere rimosse dal terrario in fretta per evitare l’insorgere di muffe e batteri che in un ambiente così favorevole si sviluppano con estrema rapidità.
Il terrario semplice da gestire: chi sceglie questo tipo di allestimento usa come substrato della semplice carta di giornale o al massimo rotoli di carta bianca del tipo impiegato in cucina. Il nascondiglio viene allestito con un contenitore in plastica o un sottovaso e si cerca di limitare compatibilmente con le esigenze della specie il numero di accessori all’interno del terrario. Un terrario di questo tipo in sintesi è arredato con: carta come substrato, una vasca per l’acqua, un nascondiglio e qualche tronco solo nel caso in cui si allevino specie arboricole. Il risultato estetico può sembrare agli occhi di un osservatore estraneo alquanto insoddisfacente e si tende a pensare che l’animale non si trovi a suo agio, niente di più sbagliato! La carta da giornale e meglio ancora la carta bianca permettono la pulizia e la disinfezione dell’ambiente con estrema rapidità ed efficacia, la ciotola dell’acqua può essere rimossa, pulita e ricollocata in pochi minuti e così anche per il contenitore che funziona da nascondiglio per il rettile. E’ un allestimento che permette la massima semplicità di gestione ed un ottimo livello di igiene, condizioni che si riflettono in animali in buona salute ed in ottimo stato. Potrei descrivere a lungo gli innumerevoli vantaggi di un terrario allestito in questo modo ma l’esempio più lampante che mi viene in mente è quello di un ambiente infestato dagli acari. In un terrario convenzionale per debellare gli acari sarebbe necessario rimuovere il substrato, smontare il terrario, disinfettarlo, disinfettare tutti gli accessori, curare l’animale eliminando gli acari, ri-allestire il terrario e reintrodurre l’animale. Se per caso una volta che abbiamo fatto tutte queste operazioni si è salvato qualche acaro dovremo ripetere tutte le operazioni! Sulla carta bianca invece un acaro si individua a colpo d’occhio e si può agire tempestivamente disinfettando il terrario e reintroducendo l’animale nello stesso terrario. Per l’allevamento di grossi costrittori una scelta di questo tipo è praticamente obbligata perché le abbondanti feci renderebbero ben presto le condizioni igieniche di un terrario tradizionale intollerabili per noi e per il rettile.
I terrari negli zoo: i terrari per ospitare rettili di grossa taglia sono realizzati in muratura e sono paragonabili a delle piccole stanze dove solitamente vengono fissati grossi tronchi o delle mensole dove gli animali possano arrampicarsi. Il fondo e le pareti sono in cemento e ricavata sul fondo c’e’ una grossa vasca dotata di uno scarico che permette di svuotare la vasca in pochi minuti e pulire l’intero terrario utilizzando semplicemente una pompa da giardino. Sono dotati di un vetro frontale non removibile e una porta collocata lateralmente o posteriormente che permette di “entrare” nel terrario.
Esaminiamo ora pregi e difetti dei diversi tipi di substrato utilizzati nel terrario che prima abbiamo chiamato “semplice da gestire”:
-carta di giornale : igienica, assorbente, economica e facile da rimuovere e sostituire. Non presenta nessuna controindicazione se escludiamo il fatto che è brutta da vedere.
-carta bianca : igienica, assorbente, facile da rimuovere e sostituire, meno economica della carta di giornale ma con una resa estetica più accettabile. Rappresenta un compromesso ideale.
-prato sintetico : igienico, poco assorbente, facile da rimuovere e sostituire. Occorre averne almeno due a disposizione per poterlo sostituire quando quello sporco deve essere lavato. Presenta l’inconveniente di sbriciolarsi dopo un certo numero di lavaggi ma in compenso ha una buona resa estetica. Sarebbe meglio mettere sotto il prato sintetico alcuni fogli di giornale per evitare la fuoriuscita di liquidi dal terrario.
Mentre per una ricostruzione fedele dell’ambiente è possibile usare
-sabbia : molto assorbente, costosa e adatta solo ad alcune specie. Ha l’inconveniente di venire ingerita da sauri e ofidi durante il pasto e può in alcuni casi provocare delle pericolose occlusioni intestinali. Occorre quindi documentarsi sulle esigenze della specie che intendiamo allevare prima di predisporre un terrario con il substrato in sabbia. Esistono in commercio barattoli di sabbia composta di calcio che è perfettamente digeribile dai sauri e che quindi non presenta l’inconveniente descritto in precedenza. La sabbia è uno dei substrati più difficili da pulire e rimuovere completamente.
-segatura : molto assorbente ed economica. Permette ad alcune specie di immergersi e scavare nel substrato. Anche in questo caso bisogna prestare particolare attenzione affinché in rettile non ingerisca la segatura. Attenzione: in commercio si trovano confezioni di segatura profumata per roditori che non è adatta come substrato per rettili a causa del forte odore che emana. La segatura utilizzata deve essere depolverata per non danneggiare le vie respiratorie del rettile.
-ghiaia per acquari : poco assorbente ed economica. Ha l’inconveniente di venire ingerita da sauri e ofidi durante il pasto e in questi casi provoca delle pericolose occlusioni intestinali. Occorre quindi documentarsi sulle esigenze della specie che intendiamo allevare prima di predisporre un terrario con il substrato in ghiaia. Viene frequentemente utilizzata nei terrari da esposizione per piccoli ofidi, lampropeltis ed elaphe in particolare, perché permette di mettere in risalto la livrea di alcune specie.
-tutoli di mais : sono i residui della lavorazione del mais (granoturco) e vengono venduti nei negozi come lettiera per roditori o volatili ma possono essere un ottimo substrato anche per numerose specie di rettili. Principale difetto dei tutoli di mais e’ che ammuffiscono subito quando vengono a contatto con l’acqua. Questa caratteristica dovrebbe far intuire che sono adatti esclusivamente per terrari con una percentuale relativa di umidità molto bassa. Essendo composta di materiale vegetale non provocano occlusione intestinale qualora parte del substrato dovesse essere ingerito da sauri vegetariani.
-pezzi di corteccia : poco assorbente, costosa ma in grado di trattenere l’umidità’ nel terrario. I pezzi di corteccia hanno una granulometria variabile fra uno e cinque centimetri e sono per lo più adatti a terrari tropicali dove è indispensabile mantenere una certa percentuale di umidità. E’ probabilmente il substrato più naturale ed esteticamente più gradevole
-terra : molto assorbente ed economica. Ha il difetto di essere un substrato ideale anche per molte specie di parassiti. La terra è uno dei substrati più difficili da pulire e rimuovere completamente. Permette inoltre di mantenere un buon livello di umidità all’interno del terrario. Viene principalmente utilizzata nei paludari o nei terrari per anfibi.
Dove Posizionarlo
Una volta acquistato il terrario occorre decidere dove posizionarlo, occorre quindi fare alcune considerazioni estetiche e alcune considerazioni funzionali. Se abbiamo un solo terrario allora avremo il tempo per curarne l’ambientazione, la pulizia e i rettili che sono ospitati, potremo quindi installare il terrario curandone in modo particolare la resa estetica, il terrario si dovrà integrare con il resto dell’arredo. Al contrario se dovremo gestire una batteria di terrari con specie diverse installeremo dei terrari funzionali, facilmente pulibili e con un arredo basilare. A prescindere da queste considerazioni ci sono alcune regole da rispettare nella collocazione del terrario
-collocate il terrario su di un mobile solido dove non possa venire urtato accidentalmente o cadere
-se il terrario ha la base in vetro o di qualche altro materiale che potrebbe facilmente scivolare fissate sulla base dei tappi in gomma
-eventuali grilli lasciati liberi nel terrario producono, specialmente durante la notte, un caratteristico rumore. Evitate quindi di posizionare il terrario nella zona notte o nelle immediate vicinanze
-non posizionate il terrario vicino a porte o finestre che vengono aperte/chiuse frequentemente ed in genere evitate di posizionarlo in prossimità di correnti d’aria
-alcune persone non tollerano la vista di alcuni rettili, in special modo dei serpenti, cercate quindi di posizionare il terrario in una zona dove non arrechi disturbo
-l’ideale sarebbe poter disporre di una stanza, ad esempio uno studio, dove collocare uno o più terrari. In caso di necessità la stanza deve poter essere chiusa
-può risultare particolarmente comodo avere un bagno vicino alla stanza del terrario, per svuotare/riempire le vasche dell’acqua ad esempio
-tenete vicino al terrario un mobile o un cassetto dove riporre strumenti ed accessori utili al vostro hobby
-per quanto possibile evitate di posizionare il terrario in una zona fredda della casa, ad esempio un garage o una taverna, risparmierete sulle spese di riscaldamento. Viceversa evitate di posizionarlo in una zona troppo calda, ad esempio una mansarda o in prossimità di un calorifero.
-sarebbe ideale se il terrario potesse godere durante il giorno della luce solare diretta, nessuna controindicazione quindi nel collocarlo di fronte ad una finestra ma attenzione alla temperatura specialmente d’estate.
Sicurezza
I serpenti sono tra tutti i rettili quelli che scappano più facilmente dal terrario, spesso infatti sui terrari con apertura frontale ad ante scorrevoli si arrampicano sulle ante e lasciandosi cadere riescono ad aprirle. Per evitare il panico dovuto alla fuga di un serpente in casa o per evitare di doverlo cercare sotto tutti i mobili occorre prendere le dovute precauzioni.
Dove cercare il serpente: nel caso in cui il serpente sia già scappato vi consiglio di cercarlo in prossimità delle fonti di calore: per esperienza i posti più frequentati dai serpenti sono in prossimità dei termosifoni oppure sotto i mobili. Una casa in genere offre decine di nascondigli dove il nostro amico strisciante potrebbe essersi rifugiato e l’unica cosa da fare in questi casi è armarsi di pazienza e cercare. In alternativa se siete sicuri che il serpente non possa essere uscito dalla stanza tenete la porta della stanza chiusa e magari se si tratta di una specie crepuscolare andate a controllare durante la notte, con un po’ di fortuna lo coglierete in flagrante. La stessa tecnica vale se il serpente è attivo durante il giorno, lasciate la stanza chiusa per qualche ora e cercate ancora una volta quando entrate di coglierlo in flagrante. Non trascurate le abitudini del serpente, se si tratta di una specie arboricola con ogni probabilità dovrete cercare anche sopra i mobili se al contrario si tratta di una specie terrestre non scomodatevi a cercarlo in posti che per lui risulterebbero inaccessibili. Nel caso peggiore che è quello in cui non riusciate a trovarlo non disperatevi e non sottovalutate la resistenza di questi rettili che possono stare senza mangiare ne bere anche per parecchie settimane.
Serpenti velenosi o particolarmente aggressivi richiedono ulteriori precauzioni. Uno dei metodi più efficaci per pulire il terrario di un rettile velenoso e’ collocare all’interno del terrario una cassetta in legno o in plastica che serva al rettile come tana e che all’occorrenza possa venire chiusa intrappolando il rettile e permettendo a noi di trasportarlo in tutta sicurezza.
Accessori
Se il terrario è posizionato in un luogo di passaggio della casa è necessario che sia bello da vedere e per fare questo è necessario arredarlo opportunamente in maniera da ricreare una piccola jungla in un angolo del vostro salotto. I vantaggi di questo tipo di arredamento sono puramente estetici: teschi, fontane e templi in rovina non sono di nessuna utilità al vostro animale se non come superfici sulle quali arrampicarsi o dietro le quali nascondersi. Il consiglio che vi do è quello di limitare le spese per questo tipo di decori e investire i vostri soldi in strumenti utili (termometri, lampade, neon…) o meglio ancora in un buon libro che spieghi come allevare correttamente quella specie di rettile. Se proprio volete ricreare un ambiente suggestivo acquistate un nebulizzatore, è uno strumento che crea all’interno del terrario la nebbia: otterrete un effetto coreografico eccezionale ed allo stesso tempo eleverete il tasso di umidità a beneficio dell’animale. Ovviamente prima di acquistarlo assicuratevi che il vostro animale prediliga gli ambienti umidi. Evitate di inserire rocce o altro materiale tagliente e soprattutto evitate di accatastare accessori inutili che cadendo potrebbero ferire l’inquilino del terrario. Un ultima raccomandazione: assicuratevi che tutto il materiale venga lavato e disinfettato prima dell’inserimento e successivamente almeno una volta ogni quindici giorni. Per pulire potete utilizzare acqua, amuchina (vivamente consigliata) o alcool denaturato. Non utilizzate MAI detersivi o altri prodotti perché qualora non venissero rimossi completamente potrebbero causare avvelenamento per ingerimento o inalazione. Attenzione : tutto il materiale che inserirete ha una funzione puramente estetica e non è funzionale all’allevamento di qualunque specie di rettile.
Terrari per Rettili più Venduti
Mettiamo a disposizione un elenco dei terrari per rettili più venduti online in questo periodo con il relativo prezzo.
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Ultimo aggiornamento 2024-11-21 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API