In questa guida spieghiamo come allevare Ptychozoon mettendo a disposizione una scheda con informazioni su alimentazione, ambiente adatto e caratteristiche principali.
Nelle foreste del Sudest asiatico alcune specie animali appartenenti a gruppi molto diversi tra loro hanno sviluppato adattamenti fisici al loro ambiente tali da permettere di planare da un albero all’altro per sfuggire ai predatori o semplicemente per spostarsi nel territorio più velocemente. Ci sono così mammiferi forniti di patagio come gli scoiattoli volanti, raganelle le cui membrane interdigitali si sono sviluppate a tal punto da trasformarsi in piccoli paracadute, serpenti con una piega cutanea laterale che permette loro letteralmente di strisciare nell’aria per brevi tratti, piccole lucertole, i draghi volanti, le cui costole modificate sostengono una membrana con la quale effettuano rapidi voli planati da albero ad albero e gechi con pieghe cutanee sviluppate principalmente a scopo mimetico che permette loro di allungare i loro balzi da ramo in ramo.
La maggior parte di questi animali non sopporta bene la cattività; alcuni, come i draghi volanti (Draco spp.), hanno abitudini alimentari particolari (formiche prevalentemente), perciò non vanno tenuti prigionieri (d’altronde quale animale è giusto tenere prigioniero? Ma questo è un altro discorso…). Gli unici che sopportano discretamente l’allevamento in ambiente artificiale sono i gechi volanti (Ptychozoon spp. Kuhl, 1822).
Questi sauri di media taglia (15-16 cm di lunghezza totale) appartengono alla famiglia Gekkonidae ed alla sottofamiglia Gekkoninae o veri gechi (senza palpebre).
Il genere Ptychozoon comprende cinque specie: P. lionotum, P. kuhli, P. intermedium, P. horfieldii, P. rhacophorus. Sono tutte abitanti delle foreste pluviali del Sudest asiatico. Sono caratterizzate da una piega cutanea simile ad un patagio, che circonda tutto il corpo e che è valsa loro il nome di “gechi volanti”. Le condizioni d’allevamento sono le stesse per tutte le specie del genere, a parte P. rhacophorus che necessita di temperature più basse. Le specie più comunemente tenute in cattività sono P. lionotum e P. kuhli.
Queste due ultime specie sono molto simili tra loro sia morfologicamente sia per modalità di allevamento. Il loro areale di distribuzione va dal Sud del Myanmar verso il sud Tailandia, Vietnam, Cambogia fino a Sumatra, Borneo e Java. P. lionotum è presente in tutta quest’area mentre P. kuhli dalla Tailandia meridionale verso sud. Sono abitanti di foresta (ma possono essere trovati anche in piantagioni di piante arboree come quelle di caucciù). Di giorno in genere stanno nascosti sotto le cortecce (ma possono essere trovati anche sulla superficie dei tronchi); sono eccezionalmente mimetici, grazie anche alle pieghe cutanee che eliminano le ombre ed appiattiscono il corpo sul substrato.
Il corpo e la coda sono piuttosto appiattiti. Le squame sono piccole, tanto da dare una sensazione di velluto al tatto. La caratteristica più rilevante di queste gechi (e delle altre specie del genere) è una piega cutanea che inizia ai lati della testa e circonda tutto il corpo compresi arti e coda (a livello di quest’ultima è dentellata), interrotta solamente a livello del collo. Sembra che tale annesso cutaneo abbia una duplice funzione. La prima, che probabilmente è quella principale, è di aumentare la capacità di mimetismo eliminando il più possibile le ombre causate dal corpo appiattendolo sulla superficie. La seconda è di permettere dei brevi voli planati di ramo in ramo usandolo come patagio (da qui la denominazione di geco volante).
La colorazione è estremamente mimetica, grigio-marrone di base con larghe chiazze biancastre e piccole chiazze scure. Inoltre sono presenti delle bande ondulate trasversali sul corpo. In passato le specie P. lionotum e P. kuhli erano spesso confuse. Possono essere distinte osservando la coda originale (la coda rigenerata presenta la piega cutanea continua, non dentellata). In P. lionotum la cute libera ai lati della coda è dentellata fino alla punta, la dentellatura è rivolta leggermente all’indietro e la coda diventa gradualmente più sottile; inoltre il primo dito dell’arto anteriore è separato dalla piega cutanea che scorre lungo l’avambraccio. In P. kuhli la punta della coda diviene più larga, la cute non è dentellata fino alla punta e la dentellatura è rivolta più orizzontalmente, presenta dei tubercoli cutanei dorsali e presenta una livrea più marcata. Come molte altre specie di gechi, quando fanno la muta mangiano l’exuvia, cioè la vecchia pelle.
Vanno allevati in vivari da foresta pluviale a sviluppo verticale con abbondanza di piante vive; le piante possono essere tenute in vasi all’interno del vivario. Tale soluzione può essere vantaggiosa perché questi gechi amano sostare su superfici cilindriche lisce (in natura i tronchi lisci di certi alberi) quindi possono utilizzare i vasi a questo scopo. I vasi verranno posti su sottovasi o contenitori contenenti argilla espansa. La ventilazione va garantita per evitare pericolosi ristagni d’umidità, ma non deve essere eccessiva; è sufficiente un pannello in rete frontale in basso e soffitto in rete. Altri accessori d’arredo utili sono: almeno una parete in corteccia, vari rami, e dei grossi tronchi di bambolo che possono servire anche da rifugio.
P. kuhli Sono specie discretamente sociali, che andrebbero tenute in piccoli gruppi. La temperatura diurna dovrebbe essere di circa 28°C, quella notturna di circa 23°C (comunque con diminuzione notturna di circa 5°C). Il sistema di riscaldamento può essere costituito da una combinazione di pannello o cavo riscaldante per garantire una temperatura di base, (personalmente preferisco porre il pannello riscaldante su un lato del terrario, piuttosto che in basso), e da una lampada notturna (a luce blu) o in vetroceramica per garantire una variazione di temperatura in vari punti del vivario. L’umidità atmosferica dovrebbe essere di 80-100%. In queste condizioni la riproduzione dovrebbe avvenire tutto l’anno. Le femmine depongono uova a guscio duro, solitamente a coppie unite che vengono fissate ad un substrato solido in una zona protetta. L’incubazione dura 65-70 giorni ad una temperatura di 25-30°C con umidità di 80%. I neonati misurano 52-55 mm e dovrebbero essere allevati individualmente; raggiungono la maturità sessuale a circa un anno.
Per quel che riguarda l’alimentazione sono insettivori e quindi possono essere nutriti con i soliti invertebrati da pasto convenientemente nutriti e caricati con calcio: T. molitor, G. mellonella, grilli, locuste (piccole e medie), blatte tropicali (neanidi), collemboli, drosofile ed altri piccoli insetti per i neonati.