Indice
In questa guida spieghiamo come allevare il Pitone Reale mettendo a disposizione una scheda con informazioni su alimentazione, ambiente adatto e caratteristiche principali.
Classificazione scientifica
Regno – Animalia
Phylum – Chordata
Classe – Reptilia
Ordine – Squamata
Subordine – Ophidia
Superfamiglia – Booidea
Famiglia – Pythonidae
Genere – Python
Specie – Python regius
Allevamento
Il pitone reale e’ un boide di origine africana tra i piu’ diffusi in cattività, grazie alla semplicità di allevamento, all’indole generalmente pacifica e alla diffusione dei morph che differiscono dal fenotipo ancestrale. I morph di reale sono in continua evoluzione grazie alle grandi potenzialità genetiche di questo boide. Negli U.S.A. ogni anno ne vengono scoperti di nuovi.
I morph si dividono in dominanti, co-dominanti e recessivi (vedi Scheda Genetica).
Animale prettamente fossorio con abitudini crepuscolari/notturne.
Come dimensioni si assesta sui 130/150cm anche se ci possono essere delle eccezioni.
STABULAZIONE
Esemplari baby vanno stabulati in vasche di plastica con dimensioni approssimative di 30X40X15/20H cm
Aumenteremo la dimensione della vasca o teca in base alla crescita dell’animale,
fino ad arrivare ad una dimensione massima di 80/100x50x30H cm.
Di solito chi ha molti esemplari tende ad allevare in rack.
Per creare un ricircolo dell’aria si praticano dei fori sfalsati sui due lati della vasca. La regola e’ fori bassi in zona calda ed alti in quella fredda.
Personalmente allevo i miei esemplari (generalmente subadulti o morph che crescono meno) in vasche da 80×40 cm
fino ad arrivare ad un massino di 100×60 cm per esemplari che superano i 3 kg di peso.
Il riscaldamento (parte calda) verrà fornito su 1/3 della vasca o terrario tramite tappetino (che consiglio) o cavetto riscaldante posizionati all’esterno della vasca o eventualmente all’interno del terrario ma isolati, per evitare il contatto diretto con l’animale e scongiurare così il rischio di ustioni. Il tutto rigorosamente termostatato a 31°C da rilevare a contatto col suolo. Come detto prima essendo un animale fossorio trae calore dal contatto col suolo.
Nella zona fredda la temperatura ideale e’ di 25°C. Sarà lo stesso animale a decidere se stazionare in una delle due zone a seconda delle sue esigenze.
Altro fattore importante e’ l’umidità relativa dell’aria: si consigliano valori dal 50 al 60% , da aumentare solo nei periodi di muta tramite nebulizzazioni quotidiane. In un primo momento la muta è riconoscibile con un arrossamento della zona inferiore, in un secondo momento (dopo 2/3 gg) l’animale subirà un opacamento generale e gli occhi diventeranno bluastri.
Come arredamento fondamentali sono la ciotola dell’acqua ed una o due tane.
Poi dipende tutto da voi, dal tempo che potete dedicare, ma soprattutto dal numero di animali che allevate. Di solito si tende ad avere un arredamento semi sterile con tanti animali, in quanto si puo’ monitorizzare meglio la presenza di eventuali parassiti esterni, e favorisce di gran lunga le operazioni di pulizia.
Avendo pochi esemplari si tende ad arricchire l’arredamento con rami, roccie, piante finte ecc.. per ricreare un ambiente piu’ naturale possibile. Di contro pero’ complica molto le operazioni di pulizia routinarie.
Personalmente oltre alle pulizie quando sporcano e ai cambi frequenti delle vasche consiglio una sterilizzazione del terrario e di tutto il suo contenuto ogni 45/60 giorni.
Per quanto riguarda l’alimentazione, la frequenza dei pasti e la dimensione della preda tutto dipende dalla taglia dell’ofide.
Con gli ofidi vige la regola del 20% del peso, facciamo un esempio:
se un animale pesa 100 gr la dimensione della preda deve aggirasi intorno ai 20 gr.
Anche la frequenza dei pasti varia a seconda delle dimensioni. Di solito i baby vanno alimentati ogni 5/6 giorni, i subadulti ogni 7/8 giorni e gli adulti ogni 10/12 giorni.
Spesso c’e’ la tendenza a sovralimentare gli animali per farli crescere piu’ in fretta in modo da arrivare prima alla taglia utile per la riproduzione. Cio’ e’ contro producente in quanto la sovralimentazione puo’ portare a problemi tra cui la sterilità oltre a problemi metabolici, steatosi epatica,problemi renali ecc…
Come prede personalmente tendo ad utilizzare ratti decongelati fin dai primi pasti, ho avuto grossi problemi a convertire reali abituati ai soli topi decongelati.
Ratti e topi sono prede con valori nutrizionali corretti per l’alimentazione degli ofidi, non necessitano di alcuna integrazione di vitamine o minerali.
I reali sono famosi per i loro digiuni, questi di solito si presentano col giungere della stagione fredda. Quando cio’ accade si continua a presentare il pasto con intervalli piu’ lunghi del canonico tempo, quando l’animale deciderà di riprendere a mangiare ripartirà da solo. Nel caso di esemplari maschi il problema e’ piu’ frequente nei periodi degli accoppiamenti.
Consiglio di controllare che tutti i parametri siano corretti in quanto delle variazioni non monitorate potrebbero essere la causa del digiuno. Se il digiuno si protrae per diverso tempo, monitorare il peso dell’ofide con intervalli regolari per verificare se ci sono perdite eccessive di peso; in questo caso e’ consigliabile una visita da un veterinario specializzato in esotici.
Potrebbero esserci esemplari che nonostante molti tentativi non accettino mai prede decongelate, escluse parassitosi interne, purtroppo l’unica alternativa è l’alimentazione con prede vive.
Cio’ potrebbe sembrare cruento e se non siete disposti all’eventualità che cio’ accada il consiglio è quello di non intraprendere questo percorso.
Oltre a possibili sensi di colpa per la preda viva c’è da citare i rischi che si corrono nell’offrire prede vive, questo discorso vale soprattutto per i ratti in quanto possono ferire gravemente l’animale.
In rete si trovano immagini di ofidi uccisi dalla loro preda lasciata nella teca senza alcun controllo.
Un’alternativa valida negli animali restii al decongelato, per avere meno rischi e riuscire a dare al pitone il giusto pasto è il cosi detto trenino; in pratica quando l’ingollamento del topo è giunto all’ultimo tratto si attacca (tenendolo con delle pinze) un ratto in modo che l’animale continui ad ingollare entrambe le prede.
RIPRODUZIONE
Avendo a disposizione esemplari di almeno 2 anni di età per quanto concerne le femmine, con almeno un peso di 1500 gr. per le primipare.
Un anno di età con un peso di almeno 600 gr per i maschi, si può tentare la riproduzione.
Verso la fine di ottobre inizi di novembre inizieremo ad abbassare gradualmente e nel giro di qualche giorno la temperaturanotturna fino ad arrivare a 25°C e la diurna fino a 27/28°C.
Questi abbassamenti di temperatura prendono il nome di ciclaggio.
Contemporaneamente diminuiremo il fotoperiodo fino ad arrivare a 8 ore di luce.
Dopo circa 15/20 giorni dall’inizio del ciclaggio inizieremo ad unire gli animali mettendo il maschio nella teca della femmina.
Li lasceremo insieme per 2/3 giorni o almeno fino a che non saremo certi che l’accoppiamento sia avvenuto.
Lo sbalzo termico insieme agli accoppiamenti favoriranno lo sviluppo follicolare nella femmina.
Evidente segno che ciò sta avvenendo è lo stazionare in zona fredda. Inoltre potremo anche monitorare lo sviluppo con la palpazione; in rete ci sono diversi video con la tecnica da seguire. Gli allevatori professionisti monitorano lo sviluppo tramite ecografie.
Proseguiremo con gli accoppiamenti fino a quando la femmina non giungerà all’ovulazione, riconoscibile da un notevole rigonfiamento che interesserà l’ultimo terzo dell’animale, associato ad uno schiarimento generale denominato glowing.
L’ovulazione dura 24 ore.
A questo punto inizieremo a rialzare gradualmente le temperature sia notturne che diurne fino ad arrivare a valori normali, anche le ore di luce vanno aumentate.
Alla fine dell’ovulazione la femmina andrà in muta pre-deposizione (pre-laying shed).
Dal termine della muta dopo circa 30 giorni avverrà la deposizione.
Il numero delle uova dipende dal peso dell’animale, ma soprattutto se è la sua prima deposizione, queste ultime tendono a farne meno a prescindere dal loro peso.solito le femmine diventano molto protettive nei confronti delle uova,basterà usare un asciugamani o canovaccio per coprire la femmina in modo che non possa mordere e spostarla in un altro contenitore o teca.’ consigliabile lavare sia la femmina che la teca una volta rimosse le uova, in modo che non senta più l’odore delle stesse e non continui ad andarne in cerca.
Molto importante è non ruotare le uova, pena il possibile annegamento dell’embrione.
Separeremo solo eventuali slugs (uova non fecondate riconoscibili per il guscio molle, il colore giallastro e di solito maleodoranti) in maniera molto delicata facendo attenzione a non rompere il guscio delle uova feconde.
A questo punto dovremo avere già pronta un’incubatrice, che può essere professionale o una semplice scatola di polistirolo che sia stata rodata per un po’ di giorni.
Le uova andranno messe in un contenitore ermetico o con alcuni buchi. Nel primo caso dovremmo aprire ogni 4/5 giorni il contenitore per un ricambio d’aria. La frequenza dell’apertura và ridotta col passare del tempo fino ad arrivare ad un intervallo di 2 gg verso la fine dell’incubazione in quanto gli scambi gassosi aumentano notevolmente.fondo uso vermiculite e acqua con rapporto 1:1 riferito al peso.
Una volta preparato per essere sicuri che non vi sia un eccesso di acqua và strizzato e si dovrà compattare senza perdere acqua, se le dosi sono giuste si potrà usare, altrimenti và ripreparato. Il contatto con l’acqua potrebbe far marcire le uova.temperatura d’incubazione è di 31°C da rilevare all’interno del contenitore in cui ci sono le uova, il tutto termostatato (meglio se useremo un termostato ad impulsi che garantisce una T° costante).
Inseriremo inoltre un termometro (meglio se digitale), il tutto verrà completato da un igrometro con sonda. L’umidità dovrà essere costante, il valore ottimale è intorno al 90%.i valori vanno monitorati per tutto il periodo che durerà dai 55 ai 60 giorni. Molti allevatori intorno al 55°/58° giorno tagliano le uova per favorire l’uscita dei piccoli. Altrimenti saranno loro stessi a rompere il guscio tramite il dente dell’uovo.
Non estrarre dall’uovo i baby per nessun motivo! Saranno loro a decidere il momento di uscire, quando avranno riassorbito il sacco vitellino; non impiegheranno più di due giorni.volta fuori dall’uovo i piccoli andranno puliti e sistemati in contenitori (misure descritte nella prima parte) ed allevati singolarmente.mantenuti con un substrato leggermente e costantemente umido per favorire la loro prima muta.questo punto possiamo provare ad alimentare i piccoli con prede di dimensioni adeguate (pinky di ratto o fuzzy di topo).
SESSAGGIO
Gli esemplari baby si possono sessare con il cosi’ detto popping o con le sonde. Queste operazioni andranno eseguite da parte di una persona con esperienza nella tecnica di esecuzione.
LEGISLAZIONE
Il pitone reale è un animale incluso nell’appendice II della Convenzione di Washington, allegato B per cui deve essere accompagnato, da un certificato CITES o una cessione che riporti gli estremi del numero di protocollo o il numero della denuncia di nascita.
In caso di riproduzione, bisognerà denunciarne la nascita entro dieci dalla stessa al Corpo forestale della nostra zona.sono due opzioni a riguardo, alcuni CFS ci invieranno il numero di protocollo che sarà valido per gli esemplari della nascita; mentre altri non inviano nessun numero.
In questo caso dovremmo inserire i dati della denuncia di nascita ed a quale CFS e’ stata inoltrata, consiglio di conservare la ricevuta della spedizione dei documenti.