Indice
In questa guida spieghiamo come allevare Drago d’Acqua mettendo a disposizione una scheda con informazioni su alimentazione, ambiente adatto e caratteristiche principali.
Classificazione scientifica
Nome comune – In Italiano: drago d’acqua, draghetto, fisignato, drago verde
In Inglese: chinese water dragon, thai water dragon, asian water dragon
In Tedesco: Grüne Wasseragame
Nome scientifico – Physignathus cocincinus
Altre nomenclature – Physignathus cocincinus (CUVIER 1829)
Physignathus cochinchinensis (GUÉRIN 1829)
Lophura concinna (GRAY 1831)
Lophura cuvieri (GRAY 1831) (fide BOULENGER 1885)
Istiurus physignathus (DUMÉRIL & BIBRON 1837)
Dilophyrus mentager (GÜNTHER 1861)
Dilophyrus mentager (GÜNTHER 1861)
Physignathus cochinchinensis (BOULENGER 1885)
Physignathus mentager (BOULENGER 1885)
cocincinus caudicinctus (BARBOUR 1912)
Physignathus cocincinus mentager (BARBOUR 1912)
Physignathus cocincinus (SMITH 1935)
Physignathus cocincinus (TAYLOR 1963)
Physignathus cocincinus (COX et al. 1998)
Physignathus cocincinus (MANTHEY & SCHUSTER 1999)
Physignathus cocincinus ( ZIEGLER 2002)
Distribuzione geografica – Est e Sud-est della Thailandia, Est Indocina, Sud Cina (Namgong)
Risulta essere diffuso in ambienti con una fitta vegetazione che sfrutta per arrampicarsi. Vive in gruppi molto numerosi ed è un animale diurno.
Ordine – Squamata
Sotto-ordine – Sauria (Lacertilia)
Infra-ordine – Iguania
Famiglia – Agamidae
Sotto-famiglia – Agaminae
Genere – Physignathus
Specie – Physignathus cocincinus
Allevamento
Presentazione: Il drago d’acqua è un sauro tranquillo e pacifico, è molto agile e la sua struttura anatomica lo rende in grado di arrampicarsi facilmente sugli alberi. E’ anche un ottimo nuotatore e quando si sente minacciato non esita a tuffarsi da grandi altezze ed immergersi per sfuggire al suo assalitore. Come la maggior parte dei membri della famiglia degli agamidi, i maschi sviluppano ben presto una forte territorialità per cui non è insolito vedere comportamenti aggressivi verso membri dello stesso sesso anche in terrario; è quindi preferibile tenere un solo maschio con una o più femmine. Le quali non hanno problemi a convivere anche in gruppi molto numerosi. I draghetti, come vengono chiamati confidenzialmente, sono rettili timidi e facilmente spaventabili, occorre quindi abituarli gradatamente alla nostra presenza ed inizialmente cercare di manipolarli il meno possibile. Frequenti manipolazioni inducono uno stato di stress nel rettile che potrebbe smettere di mangiare e deperire molto velocemente. Sono sauri discretamente robusti a patto che vengano fornite loro le migliori condizioni di igiene e gli idonei parametri ambientali.
Dimensioni: Al momento della nascita i piccoli misurano circa 10 cm, coda compresa. Sono rettili particolarmente simpatici per la loro vivacità e per le curiosi dimensioni della testa, veramente enorme se paragonata al resto del corpo! Spesso le persone che li vedono nei negozi li confondono con le piccole iguane, anche se i draghetti sono più scuri ed hanno un regime alimentare diverso. I piccoli vanno alimentati almeno una volta al giorno, assicurandosi che mangino regolarmente e che siano in buona salute. Vanno controllati quotidianamente, quindi evitate di acquistarlo se sapete di non potergli dedicare almeno dieci minuti del vostro tempo tutti i giorni. Un animale in buona salute cresce di almeno uno, due centimetri giù durante i primissimi mesi di vita. La dimensione massima che può raggiungere un maschio adulto di drago d’acqua è di 1 metro, coda compresa. Le femmine sono più piccole e la loro dimensione è compresa fra i 50 – 70 cm, coda inclusa.
Indole: Abbiamo già detto che si tratta di un sauro molto timido e facilmente spaventabile. E’ un rettile che preferisce darsi alla fuga piuttosto che affrontare il pericolo. Un comportamento facilmente comprensibile, le sue dimensioni lo rendono appetibile a numerosi predatori, uomo compreso. Per allevare al meglio un drago d’acqua occorre accostarsi a lui con pazienza, deve abituarsi alla nostra presenza gradatamente, evitando le manipolazioni almeno per i primi 6 mesi di vita. I draghetti, se afferrati, si sentono in pericolo e si dimenano furiosamente per cercare di liberarsi. A causa del trauma, poi assoceranno la nostra mano ad un potenziale pericolo, per cui ogni qual volta invaderemo il suo spazio cercherà disperatamente di scappare. Un approccio più semplice e che ci farà guadagnare la fiducia del nostro piccolo sauro, consiste nell’invitarlo a prendere dalla nostra mano del cibo. Inizialmente sarà diffidente, ma se avrete pazienza, e se gli date qualche “golosità”, come una camola del miele, vedrete che vincerà la sua naturale timidezza. Evitate anche i movimenti bruschi o gesti rapidi, che vengono visti come un segnale di minaccia ed indurranno il draghetto a “battere in ritirata”. La spiccata territorialità del maschi, già dal loro secondo anno di vita, determina la formazione di gruppi composti da un solo maschio e una o più femmine. Solo in spazi molto grandi, e per molto grandi intendo grosse voliere o terrari di almeno 4-5 metri di lunghezza, è possibile tentare la convivenza di due o più maschi. I rettilari e gli zoo spesso infatti creano colonie di 10-15 esemplari in proporzione di 1 maschio e 2-4 femmine. Ad un osservatore attento non sfuggirà che in queste colonie, uno soltanto è il maschio “dominante”: quello più colorato e più grosso degli altri. I biologi lo chiamerebbero maschio “alfa” (gli altri sono maschi “beta”) e generalmente subiscono e non hanno la possibilità di accoppiarsi con le femmine.
Temperatura: Durante il giorno all’interno del terrario deve essere presente una temperatura compresa fra i 26 ed i 36 °C, nella stagione più calda dell’anno. Durante la notte la temperatura può scendere fino a 15-20 °C. Queste temperature subiscono una flessione verso il basso durante la stagione fredda. Indicativamente possiamo scendere scendere fino a 20-24°C, durante il giorno in inverno, per portare la temperatura fino a 12-16 °C durante la notte nella stessa stagione. Temperature al di fuori di questo range inducono nel rettile uno stato di malessere che può facilmente deteriorare in patologie più o meno gravi.
Umidità: Il drago d’acqua, come suggerisce il nome , ama fare il bagno frequentemente e per questo non deve mai mancare all’interno del terrario una capiente vasca d’acqua. La sua tecnica di nuoto è la stessa di caimani e coccodrilli: zampe anteriori aderenti al corpo, zampe posteriori lasciate penzolanti e coda utilizzata come propulsore. La coda, dalla forma appiattita, viene infatti utilizzata da questo rettile come un remo. Sottolineo l’importanza che la vasca dell’acqua sia di dimensioni tali da permette al rettile di fare una seppur breve nuotata al suo interno. Spesso si vedono delle vasche dove i draghetti riescono a malapena a bere. Per un drago adulto la superficie della vasca deve essere di almeno un metro quadro! Un tasso di umidità troppo basso può creare problemi di salute al fisignato: primi sintomi sono i lembi di pelle della muta ancora attaccati al corpo, o la pelle raggrinzita e secca al tatto. Il corretto tasso di umidità è compreso fra il 70-90%.
Illuminazione: I draghi d’acqua, come molti altri rettili, hanno bisogno per mantenersi in buona salute e per crescere correttamente, di esporsi alla luce solare. Se e quando non è possibile fornire luce solare diretta, è consigliabile porre nel terrario una fonte di luce fluorescente a spettro completo che mimi lo spettro naturale di luce ultravioletta, ed in particolare emetta radiazioni UVB (290-320 nanometri). Le lampade fluorescenti in commercio attualmente emettono radiazioni utili per circa un anno (dopo circa sei mesi si ha una riduzione del 50%), quindi vanno sostituite 1-2 volte l’anno. Da poco sono in commercio anche delle lampade a vapori di mercurio con l’aspetto di un normale faretto ad incandescenza, che sembra siano promettenti sia per quanto riguarda la durata sia la quantità d’emissione ed hanno il vantaggio di fornire anche calore. Sono stati però sollevati dubbi sulla possibilità d’emissione di raggi UVC che sono dannosi.
Alimentazione: I draghi d’acqua si alimentano in modo diverso secondo lo stadio di maturità. Un neonato o un giovane ha bisogno di nutrirsi giornalmente mentre un adulto può essere nutrito 2-3 volte la settimana.
I neonati devono ricevere piccoli grilli, tarme della farina, lombrichi ed altre larve ed invertebrati. I giovani possono ricevere saltuariamente anche topini neonati e pesciolini. Per gli adulti, l’alimentazione a base d’invertebrati può essere integrata con topi, pesci, quaglie di un giorno. Secondo la taglia dell’animale, gli invertebrati utilizzati potranno essere diversi, agli adulti si possono somministrare anche le grosse larve di Z. morio (kaimani) e blatte giganti. Le dimensioni della preda devono essere leggermente inferiori alla testa del rettile.
A volte accettano vegetali, sotto forma di verdura e frutta finemente sminuzzate.
Gli insetti hanno un contenuto elevato in fosforo e basso in calcio (inadeguato rapporto Ca:P), hanno comunque un buon valore nutritivo se non somministrati come monoalimentazione. Tutti gli insetti hanno un esoscheletro chitinoso, che in alcuni è particolarmente sviluppato e può causare costipazioni intestinali se vengono somministrati in eccessive quantità.
Le prede somministrate ai sauri dovranno essere allevate ed alimentate correttamente, in modo da fornire la più ampia ed adeguata gamma possibile di principi nutritivi e di contenere una giusta quantità di calcio e vitamine. Per aumentare il contenuto in nutrienti gli insetti devono essere nutriti adeguatamente secondo le specie. Dovrebbero ricevere una supplementazione (non eccessiva) di calcio ogni due giorni e di vitamine una volta a settimana. Sembra che un buon metodo per aumentare il contenuto di calcio nelle prede sia nutrirle per 24-48 ore con una dieta arricchita in calcio prima della somministrazione.
I lombrichi contengono una buona percentuale in calcio e sono abbastanza bilanciati dal punto di vista nutritivo. Sono inoltre piuttosto teneri ed il rischio d’impaccamento è ridotto.
I vertebrati costituiscono un alimento con un ottimo contenuto in calcio e proteine e dovrebbero quindi essere inclusi nella dieta. I roditori sono preferibili agli uccelli e gli uccelli sono da preferire ai pesci. Se vengono somministrate prede intere correttamente nutrite la supplementazione mineral-vitaminica potrebbe non essere necessaria. Esempi di vertebrati da offrire sono: pinkie (neonati di topo), fuzzies (giovani di topo cui stanno appena spuntando i peli), topi adulti, ratti neonati, pulcini, piccoli pesci.
Alcuni draghi mangiano verdure quando queste vengono loro offerte, altri non le accettano. Per quanto riguarda i tipi di vegetali da somministrare, vanno scelti quelli con buon contenuto in calcio e buon rapporto Ca:P.
Una combinazione dietetica proposta è
-Insetti 40-50%
-Lombrichi 10-20%
-Vertebrati 10%-20%
-Vegetali 10%
-Integrazioni minerali e vitaminiche
Se la gestione ambientale di questi sauri è corretta, compresa l’esposizione di raggi UVB, e se l’alimentazione è bilanciata, le integrazioni minerali vitaminiche potrebbero non servire.
Si consiglia comunque di polverizzare con calcio gli invertebrati subito prima della somministrazione, ad ogni pasto per i neonati, ed in seguito 2-3 volte a settimana. L’integrazione vitaminica può essere sufficiente una volta a settimana.
Terrario: I fisignati alla nascita misurano 12-15 cm; alla maturità, a 2 – 3 anni d’età, possono raggiungere un metro compresa la coda. Le dimensioni del terrario dovranno essere quindi adattate man mano che l’animale cresce, oppure si partirà direttamente con un terrario di grandi dimensioni che però può comportare problemi nel controllo dei giovani esemplari. Quando sono tenuti insieme più animali occorre fornire abbondante spazio, poiché sono territoriali, in particolare i maschi. Se possibile, è bene alloggiare un solo maschio con più femmine. Alcune femmine possono divenire dominanti e non accettare altre femmine, altre possono coabitare con 3-4 femmine.
I draghi d’acqua hanno bisogno di terrari ampi sviluppati sia in altezza, essendo arrampicatori, sia in ampiezza. Vanno provvisti sistemi d’arrampicamento, piante, aree “solarium” fornite da grossi rami orizzontali dove possano esporsi al calore ed alla luce delle lampade, rifugi e possibilmente 1/3 della superficie del fondo come area acquatica.
Questi sauri dovrebbero avere a disposizione uno spazio pari almeno al doppio della propria lunghezza. Il terrario per un animale quindi dovrà essere di almeno 180 cm di lunghezza x 60-90 cm di profondità x 120-180 cm di altezza.
-Substrato
La scelta del substrato (il discorso vale per molti altri rettili tenuti in cattività) terrà conto di vari fattori quali la sicurezza dal punto di vista sanitario, la facilità di pulizia, e l’estetica se s’intende mantenere il sauro in un vivario naturalistico. I substrati particolati (sabbia, terriccio etc.) sono sicuramente più appaganti esteticamente ed hanno il vantaggio di mantenere maggiormente l’umidità ambientale ma comportano seri rischi per la salute dell’animale (costipazioni, ostruzioni da corpo estraneo, stomatiti, cloaciti) mentre quelli non particolati (carta da giornale, tappetini in finta erba etc.) sono più sicuri ma meno “naturali”. In ogni caso se s’intende riprodurre questi animali, ma anche se si alleva una femmina singola, sarà opportuno mettere a disposizione, perlomeno nella stagione riproduttiva, un’area profonda almeno 35 cm di substrato sabbioso, che sarà utilizzato per scavare un nido da deposizione.
Sembra che un buon compromesso tra sicurezza e mantenimento dell’umidità ambientale sia del terriccio sterile senza fertilizzanti eventualmente mescolato a torba.
-Arredo
L’arredo del terrario deve comprendere dei nascondigli e dei rami per arrampicarsi. E’ inoltre indispensabile un largo recipiente d’acqua, se possibile abbastanza ampio da permettere all’animale di nuotare, e dal quale possa facilmente uscire. Questi rettili amano passare molto tempo immersi in acqua; poiché spesso vi defecano va cambiata frequentemente, e la bacinella disinfettata.
-Fotoperiodo
In linea di massima è corretto un fotoperiodo di 12 ore di luce e 12 ore di buio, che potrebbe essere necessario variare assieme a temperatura ed umidità se s’intende indurre la riproduzione.
-Fonti di calore
Lampade riscaldanti
Servono principalmente come fonte di calore secondaria, per fornire un punto caldo localizzato. Si possono usare delle semplici lampade ad incandescenza o delle lampade in vetroceramica. Il wattaggio dipenderà dalla grandezza del terrario e dalla dispersione termica. È essenziale che il drago non possa entrare in contatto con la lampada (soprattutto quelle in vetroceramica) per evitare pericolose ustioni. Le lampade in vetroceramica possono essere collegate ad un termostato e possono essere utilizzate per fornire calore anche di notte, settando una diversa temperatura. Un’altra possibilità di fornire calore la notte sono le lampade notturne, lampade con vetro colorato che producono calore ma che producono una luce debole che non stressa gli animali.
Sistemi di riscaldamento del substrato
I sistemi di riscaldamento del substrato, tappetini, cavi etc., possono essere utilizzati per fornire la temperatura di base (fonte primaria). Tappetini e cavi non devono entrare in contatto con gli animali, quindi andranno posti esternamente sotto il pavimento se il terrario è in vetro, o sotto un pannello se è di legno.
-Acqua e umidità
In linea di massima i Physignathus amano l’acqua. Bisognerà quindi fornire loro una raccolta d’acqua abbastanza profonda perché possano immergere almeno il 50% del corpo, e che copra 1/3 della superficie del terrario. Dovrà essere facile sia l’ingresso sia l’uscita dall’acqua. Il contenitore dovrebbe essere facilmente rimovibile dal terrario per permettere le operazioni di pulizia e di disinfezione. Se il contenitore è troppo grande e non è possibile spostarlo riempito d’acqua, dovrà essere fornito di un sistema di svuotamento e di filtraggio dell’acqua. L’acqua dovrebbe essere cambiata giornalmente ed anche più volte il giorno se viene sporcata (molti hanno l’abitudine di defecare in acqua). Il contenitore va lavato con acqua saponata, sciacquato, disinfettato con una soluzione al 5-10% di candeggina e poi risciacquato accuratamente. Il sapone mescolato alla candeggina può produrre vapori tossici, quindi è indispensabile un accurato risciacquo tra il lavaggio con sapone e la disinfezione.
Nel loro ambiente naturale l’umidità relativa è alta (i draghi d’acqua provengono da aree geografiche a clima tropicale umido), perciò l’umidità del terrario deve essere mantenuta elevata (intorno all’80%) spruzzando regolarmente dell’acqua e ponendo un recipiente d’acqua sotto una fonte di calore. Un tasso d’umidità così elevato può essere difficile da mantenere nonostante la presenza di un contenitore d’acqua di grandi dimensioni, anche perché l’elevato tasso d’umidità deve essere abbinato ad una buona ventilazione per evitare pericolosi ristagni d’umidità. Il terrario dovrebbe essere spruzzato varie volte nell’arco della giornata. La presenza di piante in vaso aiuta a mantenere l’umidità.
-Ventilazione
La circolazione dell’aria nella teca deve essere sufficiente ad impedire ristagni d’umidità sul fondo del terrario (in linea di massima non dovrebbe formarsi condensa sulle pareti). Bisognerà quindi creare almeno due ampie aperture coperte di rete, una in basso all’estremità “fredda” ed una in alto all’estremità “calda”, cui se ne può aggiungere una frontale.
-Piante nel terrario
Ci sono molti vantaggi nell’utilizzare piante vive nel terrario. Si creano rifugi aggiuntivi, l’umidità ambientale è mantenuta più facilmente (considerando che le piante vanno innaffiate e spruzzate periodicamente) e da non sottovalutare è il benessere psicologico (e quindi la diminuzione dello stress) che deriva dal far vivere l’animale in un ambiente più naturale.
Le piante dovrebbero essere trapiantate in un terriccio sterile non trattato con fertilizzanti e dovrebbero essere abbondantemente lavate per eliminare eventuali pesticidi presenti sulle foglie.
Piante che si possono utilizzare sono Scindapus aureus, Dracaena spp., Hibiscus spp., Ficus spp., bromeliacee ed altre epifite.
Riproduzione: Il dimorfismo sessuale nei draghi d’acqua è evidente. Caratteristiche che contraddistinguono il maschio sono: i pori femorali accentuati, le maggiori dimensioni, la testa molto più grande, una cresta più evidente ed un maggior sviluppo del sacco gulare. Per stimolare gli accoppiamenti occorre far fare agli animali un paio di mesi di “brumazione” che devono corrispondere alla loro stagione secca. Tutto questo si traduce, durante due mesi del periodo invernale, in un abbassamento della temperatura e nella diminuzione del fotoperiodo. Diminuire il fotoperiodo significa diminuire le ore di luce a disposizione del rettile. Secondo Philippe De Vosjoli questi sono i valori adatti: temperatura di 26°C durante il giorno, 21°C durante la notte, 10 ore di luce al giorno. Durante questo periodo gli animali vanno nutriti con cadenza settimanale durante le ore più calde del giorno. Terminati questi due mesi, che si potrebbero definire di riposo forzato, possiamo iniziare gradatamente ad innalzare la temperatura ed aumentare il fotoperiodo. Se la femmina è ricettiva già dopo due settimane, con un po’ di fortuna, potremo osservare il maschio seguirla incessantemente, afferrarla mordendola per la nuca ed accoppiarsi con lei. L’accoppiamento avviene in modo piuttosto rapido, con il maschio che tiene saldamente la femmina per la nuca usando la bocca e lentamente, girandosi su un lato, scivola sotto di lei per fecondarla con uno degli epimeni. Sempre De Vosjoli ci suggerisce di tenere separati il maschio dalla femmina, per una settimana, prima di tentare l’accoppiamento. Una considerazione importante: l’accoppiamento e la riproduzione sono debilitanti per il drago d’acqua come per qualunque altro rettile. Assicuratevi prima di far iniziare il periodo di riposo pre-accoppiamento ai vostri animali, che questi godano di ottima salute e siano stati abbondantemente nutriti durante la stagione estiva. Occorrono circa 2 mesi alla femmina, dal momento dell’accoppiamento, per deporre le uova. In questo lasso di tempo si nutre molto meno, e con frequenze sempre più lunghe. I giorni che precedono la deposizione smette completamente di nutrirsi ed ispeziona il terrario alla ricerca del luogo più idoneo dove deporre. Per impedire che deponga le uova in una zona dove potrebbero facilmente venir danneggiate, occorre predisporre un contenitore con almeno 15-20 cm di sabbia, terriccio o vermiculite. Spesso le femmine preferiscono scavare nei vasi dove sono contenute le piante, perchè in natura deporrebbero le uova sulla terra. La femmina depone fino a 12 uova ma generalmente le femmine al primo parto depongono una quantità di uova decisamente inferiore a femmine più mature. Non è anomalo per una femmina al suo primo parto deporre solo una o due uova. Le uova di colore bianco hanno forma allungata e misurano circa 2-3 cm di lunghezza. Una volta deposte è consigliabile spostare le uova stando molto attenti, qualora ci fosse bisogno di rimuoverle dal contenitore, a non girarle. E’ fondamentale che siano mantenute nella stessa posizione in cui sono state deposte, se dovessero venir girate l’embrione al loro interno morirebbe. Le uova vanno incubate alla temperatura di 28-30 °C per circa 60 giorni. E’ Importante tenere sotto controllo anche l’umidità che deve essere compresa fra l’ 85-95%. Esse vanno controllate quotidianamente, per assicurarsi che non si formino funghi e muffe sul substrato umido. La vermiculite, impiegata come substrato per l’incubazione delle uova, si dimostra idonea allo scopo perchè è inattaccabile a funghi e muffe.