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Chiariamo subito le cose: chi vi scrive non e’ la persona che “gioca” con i suoi serpenti come si potrebbe fare con un cane o un gatto e preferisce manipolarli solo quando questo e’ necessario. Tuttavia e’ necessario interagire con i propri animali qualora questi dovessero uscire inavvertitamente dal terrario oppure più semplicemente per pulire la loro teca. Per alcuni poi maneggiare un serpente e’ un esperienza emozionante e non posso negare che e’ stato così anche per me la prima volta che ho preso in mano un pitone reale. Maneggiare un serpente e’ più che altro un modo per familiarizzare con il rettile ma bisogna fare attenzione: maneggiare troppo frequentemente un animale può in alcuni casi stressarlo. Un serpente stressato per prima cosa smette di alimentarsi e si ammala. Ci sono poi specie più adatte di altre ad essere maneggiate, alcuni esempi: il pitone reale, il pitone moluro, il boa constrictor mentre ci sono specie particolarmente soggette a stress, alcuni esempi: la Morelia viridis, il Corallus caninus. Ho messo il pitone reale fra quei serpenti “adatti” ad essere maneggiati nonostante questi serpenti sono fra quelli che più frequentemente smettono per lunghi periodi di alimentarsi.
Quando maneggiare un serpente
Prestate attenzione a non maneggiarlo per uno/due giorni prima del pasto e almeno tre giorni dopo il pasto. Nel caso in cui il serpente abbia mangiato una grossa preda dovrete far trascorrere piu’ tempo prima di tirarlo fuori dal terrario, questo perché tutti i serpenti necessitano di un tempo di digestione direttamente proporzionale alla dimensione della preda che gli e’ stata offerta. Spieghiamoci meglio: se ad un grosso pitone, supponiamo 2 metri, viene offerto un ratto adulto l’animale non avrà difficoltà a digerire il pasto, il suo stomaco non apparirà gonfio e sarà quindi possibile estrarre l’animale dal terrario anche il giorno dopo. Se invece offriamo allo stesso animale un coniglio di circa 1 kg di peso l’animale apparirà deformato all’altezza dello stomaco e vedremo diminuire il rigonfiamento solo con il trascorrere dei giorni. In questo caso non bisogna tirare fuori il serpente dal suo terrario per almeno una settimana. Ho detto una settimana ma non e’ un tempo esatto, il tempo necessario alla digestione di una preda dipende da molti fattori, fra i principali mi interessa ricordare:
– la temperatura: maggiore e’ la temperatura all’interno del terrario, più accelerato e’ il metabolismo del rettile e più velocemente la preda viene digerita.
– lo stato di salute: un serpente che si e’ appena ripreso da una stomatite, da un influenza, da un’operazione e più in generale qualunque serpente che non sia in perfetto stato di salute ha bisogno di più tempo per digerire.
– la dimensione della preda: come abbiamo detto prima maggiore e’ la dimensione del pasto tanto più elevato e’ il tempo necessario per digerirlo.
– la stagione: anche se in realtà questo fattore e’ strettamente legato alla temperatura. D’Estate infatti, con temperature stagionali più alte, il tempo di digestione diminuisce. Viceversa in Inverno con il conseguente abbassamento di temperatura alcuni serpenti possono digiunare per lunghi periodi.
Abbiamo detto i motivi per i quali non bisogna maneggiare un serpente dopo i pasti ma non abbiamo ancora detto perché non bisogna maneggiarlo prima dei pasti.
All’inizio del paragrafo ho detto di non maneggiarlo per uno/due giorni prima del pasto ma anche in questo caso ho dato dei tempi indicativi, basati soltanto su una modesta esperienza su un numero limitato di specie. Mi limiterò a dirvi che alcuni esemplari, come detto prima, si stressano più facilmente di altri e la prima conseguenza dello stress di un serpente sottoposto ad eccessiva manipolazione e’ proprio il rifiuto del cibo. Anche in questo caso mi interessa ricordare alcuni punti importanti:
– alcune specie non sono adatte a frequenti manipolazioni, quindi va’ valutato questo fattore al momento dell’acquisto. Se volete un serpente da mostrare agli amici e che vi tenga compagnia la sera mentre guardate la tv – non ridete perché qualcuno considera il serpente al pari di un cane o un gatto – allora non dovete acquistare un Boa smeraldino (nome scientifico: Corallus caninus).
– esemplari giovani, appena nati ma anche adulti che non sono mai stati tirati fuori dal loro terrario sono i soggetti più sottoposti a stress e devono essere abituati con calma e progressivamente ad interagire con il proprietario. Date tempo al vostro serpente di abituarsi alla vostra presenza, se desiderate un animale con il quale poter interagire acquistate preferibilmente animali giovani o appena nati ed iniziate a tirare fuori il serpente dal terrario una o due volte la settimana. Il vostro rettile sarà il vostro maestro e imparerete col tempo ad imparare i suoi stati d’animo e a valutare se e’ il momento buono o meno di portarlo a fare un giro.
Quando la prudenza non è mai troppa
Per maneggiare in sicurezza un serpente occorre…
– Per prima cosa individuare a quale specie appartiene. In questo modo possiamo subito capire se si tratta di un serpente velenoso o un costrittore. Serpenti costrittori come boa, pitoni, elaphe, lampropeltis solo per citare alcuni generi uccidono la preda per costrizione soffocandola fra le loro spire e non sono velenosi. Se veniamo morsi da uno di questi serpenti costrittori e’ sufficiente non farsi prendere dal panico e disinfettare la ferita. Sono note circa 2700 specie di serpenti, noi in questo capitolo ci limiteremo a vedere alcune delle specie più diffuse.
– Capire l’indole del soggetto in questione. Non fidatevi del fatto che l’esemplare appartiene ad una specie notoriamente tranquilla. Chi ha visto molti animali sa’ che ogni serpente ha un carattere proprio che il più delle volte e’ riconducibile a quello più comune noto per la specie ma che altre volte si rivela essere l’esatto contrario. Un buon erpetologo, un buon terrariofilo o un buon veterinario deve trattare tutti i serpenti con il rispetto che meritano ed usare sempre ed in ogni caso prudenza.
– Afferrarlo con sicurezza senza esitazioni. Passare più volte la mano davanti al suo muso oppure toccarlo e poi ritrarre il braccio e’ un ottimo sistema per farsi mordere. Con un po’ di sangue freddo e con esperienza e’ possibile afferrare saldamente anche il più mordace dei rettili senza venire morsi o senza l’ausilio di guanti.
– Indossare dei guanti. In questo modo anche chi non ha familiarità con l’animale o lo ha da poco acquistato può tirare fuori il serpente dal terrario in tutta sicurezza. Con il passare del tempo si inizierà a prendere confidenza con il rettile e i guanti non saranno più necessari. Sono un ottimo strumento per familiarizzare con il vostro serpente.
– Farlo in presenza di un’altra persona. Per afferrare un serpente di dimensioni considerevoli e quindi potenzialmente pericoloso occorre farsi aiutare da un’altra persona. La cosa migliore e’ farsi aiutare da un amico con la nostra stessa passione che sappia come comportarsi in caso di emergenza e soprattutto non si faccia prendere dal panico. In generale sono da considerarsi pericolosi tutti i serpenti che superano i tre metri di lunghezza.
– Utilizzare gli strumenti adatti. Un gancio per serpenti oppure una pinza per velenosi sono strumenti indispensabili per poter gestire animali particolarmente aggressivi o pericolosi. Anche un semplice paio di guanti, un sacco, un asciugamano o un manico di scopa possono rivelarsi strumenti utili. Facciamo un esempio: gettare un asciugamano sopra un rettile aggressivo serve non solo a tranquillizzare l’animale ma ci permette anche di afferrarlo quando non abbiamo a portata di mano un gancio per serpenti.
Pratica
Pitone Reale
Non si tratta di un serpente velenoso ma di un costrittore. La lunghezza tipica di un adulto e’ di circa 1,2 metri.
E’ prudente maneggiare questo serpente?
– I pitoni reali vengono anche chiamati pitoni palla per l’atteggiamento difensivo che mettono in atto quando si sentono minacciati. Tale atteggiamento consiste nel raggomitolarsi su se stessi fino a formare una specie di “palla”. Da qui il nome comune che gli e’ stato assegnato: pitone palla.
Prendereste in mano un esemplare di questa specie che vedete per la prima volta?
– E’ probabilmente il serpente più tranquillo che esista in commercio. Il suo carattere combinato con le modeste dimensioni che raggiunge da adulto lo hanno reso il serpente più popolare nei negozi e lo hanno reso oggetto di pesanti esportazioni dal suo paese di origine. E’ un serpente notoriamente tranquillo quindi e’ improbabile essere morsi da uno di questi serpenti, tuttavia non e’ impossibile. Occorre, per rispondere a questa domanda, valutare l’indole dell’esemplare in questione. Alcuni soggetti infatti si rivelano particolarmente aggressivi al punto tale da scoraggiare il proprietario che il più delle volte decide di sbarazzarsi dell’animale. Questi comunque restano casi isolati e la maggior parte degli appartenenti a questa specie sono dei serpenti facilmente maneggiabili.
Un esemplare adulto di questa specie può essere maneggiato da solo oppure occorre la presenza di un’altra persona?
Potete tirare fuori dal terrario e maneggiare un pitone reale anche da soli.
Boa
Non si tratta di un serpente velenoso ma di un costrittore. La lunghezza tipica di un adulto e’ di circa 1,8 metri.
E’ prudente maneggiare questo serpente?
– L’esemplare medio e’ lungo all’incirca 80cm, non e’ quindi in grado di stritolarvi fra le sue spire. Il massimo che potete rischiare e’ di essere morsi. Ricordiamoci che si tratta di un costrittore e che quindi il suo morso non e’ velenoso, tenete per prudenza l’animale lontano dal viso.
Se volete essere del tutto tranquilli quando maneggiate il serpente potete munirvi di un robusto paio di guanti. In questo modo anche chi non ha familiarità con l’animale o lo ha da poco acquistato può tirare fuori il serpente dal terrario in tutta sicurezza. Con il passare del tempo si inizierà a prendere confidenza con il boa e i guanti non saranno più necessari.
Un esemplare adulto di questa specie può essere maneggiato da solo oppure occorre la presenza di un’altra persona?
Alcuni esemplari di questa specie raggiungono dimensioni considerevoli, non sono rari animali lunghi più di 2,5 metri. Occorre conoscere bene l’animale che si cerca di prendere in mano e nemmeno in questo modo potremo essere del tutto certi di non venire morsi o attaccati. Basta un nostro gesto brusco, un odore considerato dal rettile come quello di una preda oppure e’ sufficiente stringere troppo il serpente perché quest’ultimo reagisca violentemente. Una reazione violenta vuol dire che il serpente cercherà di mordere la prima parte del nostro corpo che gli capiterà a tiro. Talvolta il serpente si scaglia a bocca spalancata verso qualcuno solo per cercare di intimidirlo e non necessariamente per morderlo. Per cercare di rispondere alla domanda: consiglio prudenza e una certa esperienza con grandi costrittori per maneggiare un serpente di questa taglia anche si tratta di un esemplare tranquillo.
Pitone delle rocce indiano
Non si tratta di un serpente velenoso ma di un costrittore. La lunghezza tipica di un adulto puo’ variare fra i 2,5 metri nel caso di un maschio e i 4-6 metri nel caso di una femmina
E’ prudente maneggiare questo serpente?
– Un serpente lungo 1,6 metri quindi non e’ in grado di sopraffare una persona adulta in buone condizioni fisiche.
Tutti i serpenti devono essere lasciati stare mentre consumano il pasto. Se noi mettessimo la mano ora all’interno del terrario per cercare di afferrare questo serpente verremmo senza dubbio morsi. Questo perché il serpente infastidito dalla nostra presenza non esiterebbe a rigurgitare il ratto che sta’ mangiando e a scagliarsi contro la nostra mano. Un atteggiamento di questo tipo può trovare due plausibili spiegazioni. La prima e’ che preso dalla “frenesia alimentare” scambia la nostra mano per un’altra preda. L’odore del ratto appena ucciso infatti e’ ancora forte nel terrario e qualunque mammifero (noi compresi) verrebbero scambiati per un’altra preda. La seconda spiegazione e’ che il serpente tenti di morderci soltanto per difendere la sua preda. Personalmente propendo più per la prima ipotesi anche se alcuni allevatori americani di provata esperienza sostengono che alcuni esemplari si comportano in questo modo per difendere la loro preda e non per cercare di procacciarsi un pasto più sostanzioso. Altri rettili ed in special modo i varani difendono la loro preda dall’attacco di altri esemplari della stessa specie, questo secondo me non e’ il comportamento istintivo di un serpente.
Sistrurus catenatus
Non si tratta di un serpente costrittore ma di un rettile velenoso. Appartiene alla famiglia Viperidae, sotto-famiglia Crotalinae. A differenza dei membri piu’ rappresentativi della stessa sotto-famiglia non e’ dotato del caratteristico sonaglio.
E’ prudente maneggiare questo serpente?
ATTENZIONE!!! E’ un serpente velenoso e per spostarlo occorre utilizzare un gancio per velenosi: uno strumento che consente di afferrare in sicurezza l’animale senza danneggiarlo e contemporaneamente di tenerlo ad una distanza di sicurezza. E’ un serpente di cui in Italia e’ vietata la detenzione dal Decreto Ministeriale del 19-4-96 e’ stato inserito in questa pagina solo per farvi capire quanto e’ importante saper riconoscere la specie con cui abbiamo o potremmo avere a che fare.
Come distinguere altri membri della famiglia Viperidae?
Solitamente sono caratterizzati da una testa massiccia e spesso di forma triangolare. Alcuni come il Sistrurus catenatus che abbiamo appena visto hanno corporatura massiccia, coda corta e squame carenate mentre altri hanno una corporatura più esile per potersi muovere agilmente fra gli alberi, e’ il caso per esempio del Trimeresurus albolabris. La testa massiccia serve a contenere i lunghi denti che permettono di penetrare a fondo nelle carni della preda e somministrare il veleno. Sono provvisti di un meccanismo che consente di ripiegare i denti sul palato quando la bocca e’ chiusa. Gli organi sensoriali dei crotali posizionali lateralmente sulla testa fra le narici e gli occhi sono in realtà dei ricettori termici. Mediante questi ricettori il serpente e’ in grado di individuare la preda senza doversi affidare alla vista. Il sonaglio posizionato sulla coda e’ un ottimo segno di riconoscimento di alcuni membri di questa famiglia: i crotali chiamati anche serpenti a sonagli. Il sonaglio e’ composto da successivi strati di squame.
Alcune curiosità: La famiglia dei Viperidae e’ la più recente dal punto di vista evolutivo, i membri di questa famiglia sono diffusi su tutti i continenti ad accezione dell’Australia.
Vipera del Gabo
Non si tratta di un serpente costrittore ma di un rettile velenoso. E’ un altro membro ben noto della famiglia Viperidae.
E’ prudente maneggiare questo serpente?
Valgono le stesse indicazioni fornite per la specie Sistrurus catenatus. La vipera del Gabon raggiunge dimensioni considerevoli per un membro di questa famiglia e la tossicità del suo veleno e’ spesso letale nonostante queste caratteristiche e’ uno dei serpenti velenosi più affascinanti ed e’ per questo allevata e riprodotta regolarmente da numerosi allevatori. ATTENZIONE!!! E’ un serpente velenoso e per spostarlo occorre utilizzare un gancio per velenosi: uno strumento che consente di afferrare in sicurezza l’animale senza danneggiarlo e contemporaneamente di tenerlo ad una distanza di sicurezza. E’ un serpente di cui in Italia e’ vietata la detenzione dal Decreto Ministeriale del 19-4-96 e’ stato inserito in questa pagina solo per farvi capire quanto e’ importante saper riconoscere la specie con cui abbiamo o potremmo avere a che fare.