Indice
In questa guida spieghiamo come allevare il caimano nano mettendo a disposizione una scheda con informazioni su alimentazione, ambiente adatto e caratteristiche principali.
Classificazione scientifica
Nome comune – Caimano, Caimano nano, Cuvirer’s dwarf caiman, Cuvier’s smooth-fronted caiman, Muscky caiman.
Cachirré, Jacaré pagua, Coroa sono i nomi con i quali il Paleosuchus viene chiamato nei paesi d’origine.
Nome scientifico – Paleosuchus palpebrosus
Altre nomenclature – Crocodilus palpebrosus CUVIER 1807: 35
Jacaretinga moschifer SPIX 1825 (fide DUMÉRIL & BIBRON 1836: 69)
Champsa gibbiceps NATTERER 1840: 324
Champsa palpebrosa – WAGLER 1830: 140
Alligaotr palpebrosus – DUMÉRIL & BIBRON 1836: 67
Paleosuchus palpebrosus – KING & BURKE 1989
Paleosuchus palpebrosus – GORZULA & SEÑARIS 1999
Distribuzione geografica – Bolivia, Brazil, Colombia, Ecuador, French Guiana, Guyana, Paraguay, Peru, Surinam, Venezuela. Slightly larger distribution than that of the sympatric Paleosuchus trigonatus, extending into Paraguay and further into Brazil.
Ordine – Crocodylia (Crocodiles)
Sotto-ordine – Eusichia
Famiglia – Crocodylidae (Alligatoridae) Crocodylia, crocodiles (alligators)
Sotto-famiglia – Alligatorinae (Alligatoridae)
Genere – Paleosuchus
Specie – Paleosuchus palpebrosus
Allevamento
Presentazione: il Paleosuchus palpebrosus è la specie più piccola di coccodrillo ciononostante è anche quella con la corazza ossea dorsale e ventrale più spessa. Probabilmente queste due caratteristiche sono complementari l’una all’altra: il Paleosuchus per potersi difendere date le sue ridotte dimensioni ha dovuto potenziare le sue difese. Dal punto di vista di un osservatore estraneo si presenta come un coccodrillo di ridotte dimensioni ma estremamente definito nella forma e con delle placche ossee dorsali ben sviluppate: un vero e proprio dinosauro in miniatura. La forma del cranio è anch’essa ben delineata ed è impressionante vedere nei giovani questo enorme cranio sproporzionato rispetto al resto del corpo. Altre caratteristiche distintive della specie si trovano nell’etimologia del nome scientifico:
Paleosuchus deriva da due parole greche: Palaios che significa “antico” e Soukhos che significa “coccodrillo”. Letteralmente quindi Paleosuchus significa “antico coccodrillo”. Come ci suggerisce l’etimologia del termine il genere Paleosuchus è fra i più antichi dell’ordine dei coccodrilli.
Palpebrosus deriva dal greco Palpebra che non occorre tradurre, il termine Osus è Latino e significa “pieno di”, è un rafforzativo che viene usato per porre enfasi ad un nome ad un aggettivo. Palpebrosus potrebbe essere tradotto letteralmente come “grosse palpebre”.
Trigonatus è l’insieme di tre parola greche: Tres, tradotto letteralmente con “Tre”, Gonia tradotto letteralmente con “angolo” e osus che come abbiamo detto prima è un rafforzativo per altre parole o aggettivi. Il termine trigonatus fa riferimento alla caratteristica conformazione triangolare del cranio di questa specie.
Mentre il termine Trigonatus designa delle caratteristiche proprie della specie “Paleosuchus trigonatus”, le caratteristiche del termine “Palpebrosus” sono proprie anche della specie “trigonatus”.
Il colore del Paleosuchus comprende varie sfumature di marrone scuro che si alternato a bande nere. I giovani hanno colori più marcati mentre gli adulti con l’età tendono a diventare molto più scuri fino a diventare quasi completamente neri. Tutti i caimani fanno parte della famiglia Alligatoridae e condividono quindi alcune caratteristiche che li differenziano dai coccodrilli propriamente detti. Analizzeremo in un’altra sede in cosa consistono queste differenze. La corazza dei coccodrilli prende il nome di osteoderma e come abbiamo già detto il Paleosuchus possiede l’osteoderma meglio sviluppato fra tutte le specie di coccodrilli. Questa ossificazione è particolarmente prominente nelle palpebre. Una curiosità: i Paleosuchus hanno l’iride marrone, l’unica specie con questa caratteristica è l’Osteolaemus tetraspis ovvero il coccodrillo nano presente in Africa. Anche questo ultimo è caratterizzato da un’ osteoderma particolarmente sviluppato ed assieme al Paleosuchus rappresenta un’interessante caso di convergenza evolutiva. La dentatura del Paleosuchus è costituita da 4 denti premascellari, 14-15 denti mascellari, 21-22 denti mandibolari per un totale di 78-82 denti.
Dimensioni: il Paleosuchus palpebrosus è la specie più piccola fra i coccodrilli che attualmente popolano la Terra: i maschi generalmente non superano il metro e mezzo di lunghezza mentre le femmine misurano mediamente 1,2 metri. Tuttavia occorre ricordare che un esemplare ha raggiunto la dimensione record per questa specie è di 1,72 metri pari ad un peso di 11,5 kg. Un Paleosuchus adulto può pesare fino a 8 kg, significativo è che in natura i maschi superano anche i 15 kg di peso. Rispetto ad altri rettili (boa, pitoni e iguane solo per citarne alcuni) che in terrario tendono ad essere soprappeso rispetto ai loro parenti in libertà per i coccodrilli accade il contrario e tendono a raggiungere dimensioni e peso inferiori in cattività. Il parente più prossimo del Paleosuchus palpebrosus, cioè il Paleosuchus trigonatus raggiunge dimensioni maggiori: i maschi possono superare i 2 metri di lunghezza e i 35 kg di peso mentre per le femmine la lunghezza si aggira sul metro e mezzo ed il peso a 9 kg. E’ importante specificare che i Paleosuchus così come tutte le altre specie di coccodrilli non arrestano la loro crescita una volta raggiunta l’età adulta.
A titolo informativo riportiamo il tasso di crescita di un gruppo di Paleosuchus allevato allo zoo di Cologna:
Al momento della nascita il 50% della lunghezza del rettile è costituito dalla coda e questo vale anche per la massa corporea. Il paleosuchus manterrà pressoché inalterata questa proporzione per tutta la durata della sua vita. Alcuni ricercatori suggeriscono che questa proporzione si modifica nel corso del tempo, a seconda della specie e della zona di provenienza ma non ritengo significativo menzionare variazioni dell’ordine di pochi punti percentuali. Sbagliano quegli allevatori che suggeriscono di basarsi sulla lunghezza della coda per determinare il dimorfismo sessuale del rettile. A quanto abbiamo appena detto aggiungo che il paleosuchus è un coccodrillo che cresce molto lentamente, mediamente 3-8 cm all’anno e che raggiunge la maturità sessuale quando raggiunge il metro di lunghezza pari a circa 10-12 anni di vita. Alcuni allevatori sostengono che in terrario i Paleosuchus crescono molto più velocemente ma per validare un’affermazione di questo tipo occorrerebbe confrontare il tasso di crescita con un esemplare selvatico quindi si tratta solo di congetture. La specie Paleosuchus trigonatus cresce più rapidamente ma ciò è dovuto alle maggiori dimensioni che raggiunge un esemplare adulto. Effettuare dei confronti fra le due specie è inutile dato che se andassimo a confrontare un Paleosuchus con un Crocodylus niloticus noteremmo due diversi tassi di crescita.
Indole: il Paleosuchus palpebrosus è un coccodrillo fornito di circa 80 denti e dotato di una stretta poderosa quindi è doveroso tenere le mani sempre al di fuori della portata della sua bocca e soprattutto quando si effettuano delle operazioni nel terrario rispettare il suo spazio. I coccodrilli non attaccano se non si sentono minacciati e se non vi riconoscono come preda e dato che voi siete una preda troppo grande per il Paleosuchus questo vi attaccherà solo se invaderete il suo spazio vitale. Il paleosuchus come le altre specie di coccodrilli è in grado di riconoscere le persone e non è insolito vedere esemplari avvicinarsi al bordo della vasca in presenza del proprietario o di chi li accudisce: semplicemente associano la sua presenza all’ora di pranzo e non và interpretato assolutamente questo comportamento come una dimostrazione di affetto. Quello che abbiamo appena descritto si raggiunge dopo molti anni di convivenza con un Paleosuchus, esemplari giovani scappano non appena vi avvicinate alla vasca e non si nutrono in presenza di persone che li osservano. I piccoli hanno una rapidità sorprendente e si tuffano in acqua al minimo sentore di pericolo o al minimo movimento. Se volete sorprenderli fuori dall’acqua potete farlo durante le ore notturne, durante le quali inspiegabilmente anche gli esemplari giovani di rifugiano a terra. Gli adulti invece trascorrono più tempo fuori dall’acqua anche se rispetto ad altre specie il Paleosuchus è molto più legato in cattività all’ambiente acquatico che non a quello terrestre. Gli Osteolaemus, lontani cugini africani,trascorrono diverse ore del giorno a terra. Ai Paleosuchus non piace essere afferrati quindi questa operazione deve essere evitata per quanto possibile, assolutamente da evitare è estrarre il coccodrillo da una vasca nella quale si sta ancora ambientando. Il Paleosuchus non è un rettile che và maneggiato per due buoni motivi: il primo è che potrebbe stressarsi come succede per alcuni sauri, il secondo è che potrebbe mordervi e ferirvi seriamente. Non ho mai visto un Paleosuchus mansueto o che si lasciasse prendere o avvicinare mentre mi è capitato di vedere alligatori “addomesticati” anche se forse il termine poco si addice all’indole di questi rettili. Fate molta attenzione anche alla convivenza con altri esemplari della stessa specie: i Paleosuchus sono animali aggressivi ed intolleranti anche verso i propri simili, è possibile che se inserite un esemplare nella vasca con un altro precedentemente ambientato quest’ ultimo aggredisca il nuovo arrivato. Assolutamente da evitare è tentare la convivenza fra esemplari di dimensioni diverse fra loro: esemplari troppo piccoli vengono inevitabilmente riconosciuti come prede e sbranati. E’ possibile tentare la convivenza allevando insieme esemplari giovani, anche fra questi una volta cresciuti sarà inevitabile qualche scaramuccia di poco conto.
Temperatura: i Paleosuchus vivono in ambienti tropicali e per capire entro quali range di temperatura vanno mantenuti occorre per prima cosa verificare in quali paesi vivono ed analizzare il clima di quei paesi. Abbiamo preso in considerazione le temperature medie espresse in °C nelle capitali dei rispettivi paesi in quattro diversi mesi dell’anno
Come evidenzia la tabella il Paleosuchus vive entro un range di temperatura compreso fra 26 e 30°C. A questi valori puramente teorici vanno aggiunte alcune considerazioni, prima fa tutte che la temperatura è “media” e che quindi durante la giornata avremmo un massimo ed un minimo che sicuramente si discosteranno di qualche grado dal valore teorico ricavato in precedenza. Durante le ore più calde del giorno potremmo raggiungere anche i 33-35°C mentre di notte potrebbe scendere fino a 22-24°C. Eventuali precipitazioni inoltre creeranno ulteriori sbalzi termici. Può sembrare difficile determinare a quale temperatura il Paleosuchus vive bene ma in realtà è molto semplice. Basterà mantenere in terrario avremo una temperatura media compresa fra 26 e 28°C (all’incirca i valori delle medie ricavati in tabella) mentre di notte faremo scendere la temperatura fino a 22-24°C. Il coccodrillo, come gli altri rettile è eterotermo (il termine deriva da eterotermia: caratteristica degli animali denominati a sangue freddo di regolare la propria temperatura corporea in relazione alla termperatura esterna) quindi creeremo una zona del terrario più calda per permettere al Paleosuchus di termoregolarsi. Per fare questo è sufficiente posizionare una sorgente di calore (ad esempio una lampada spot) in uno degli angoli del terrario ma per maggiori dettagli rimandiamo alla sezione dedicata all’allestimento ed alla manutenzione del terrario. I paleosuchus giovani come abbiamo detto raramente escono dall’acqua quindi un ulteriore accorgimento è quello di posizionare la fonte di calore nelle immediate vicinanza o farla puntare, se si tratta di una lampada riscaldante sopra l’acqua.
Umidità: Inutile parlare di umidità nel caso di un rettile come il Paleosuchus ed i coccodrilli in genere.
Illuminazione: L’importanza di una sorgente luminosa a spettro UVB per i coccodrilli meriterebbe di essere approfondita e dibattuta con la partecipazione di diversi allevatori. I Paleosuchus trascorrono gran parte del loro tempo in acqua e questa è uno schermo naturale per i raggi UV che quindi non raggiungono l’animale. I Paleosuchus sono in grado di beneficiare di una sorgente luminosa UV per assimilare la vitamina D3 nel breve lasso di tempo che talvolta trascorrono fuori dall’acqua? Cosa dire in merito di quegli esemplari che escono dall’acqua solamente di notte? Il segreto dei coccodrilli per i quali non è necessaria a mio avviso è lo stesso dei serpenti che sopperiscono alla mancanza di raggi solari diretti con la loro alimentazione. Un coccodrillo in natura infatti si ciba anche si molluschi, lumache ed insetti. Il discorso alimentazione verrà approfondito in seguito ma per spiegare quale fonte luminosa sia meglio mettere a disposizione per il nostro coccodrillo è bene ricordare che mi è capitato raramente di vedere un giovane Paleosuchus in terrario accettare lumache, molluschi o insetti. Personalmente consiglio a chiunque allevi un Paleosuchus di adottare una lampada a spetto solare completo (quindi anche UVB) sia perchè è la sorgente luminosa che più si avvicina alla luce solare diretta sia perchè i migliori risultati in termini di crescita si ottengono allevando i Paleosuchus all’aperto durante la stagione estiva.
Alimentazione: come i coccodrilli in genere anche i coccodrilli sono opportunisti e mangiano praticamente ogni cosa capiti loro a tiro. Per abituare però un Paleosuchus a mangiare regolarmente occorre tempo, pazienza e soprattutto bisogna che il rettile sia perfettamente ambientato nel terrario. Molti allevatori nutrono i loro coccodrilli prevalentemente con topi e ratti personalmente ritengo sbagliato offrire al Paleosuchus una dieta monotematica, molto meglio variare rispettando comunque le reali esigenze alimentari del rettile. Petto di pollo, pezzi di manzo, quaglie sono tutti alimenti che possono essere forniti al coccodrillo occasionalmente e che comunque non devono anch’essi diventare la dieta base del Paleosuchus. Ottima idea è anche quella di inserire all’interno della vasca del pesce vivo per stimolare l’appetito del coccodrillo e variare ulteriormente la sua dieta. Esemplari neonati o giovani possono essere nutriti anche con grilli, locuste e lumache. La regola aurea per alimentare correttamente un Paleosuchus, come qualunque altro coccodrillo, è fornirgli preferibilmente prede intere per permettergli digerendo ossa ed organi interni della preda di sopperire a carenze vitaminiche/minerali che nocerebbero all’animale. Ciò non toglie che come abbiamo detto prima, occasionalmente è possibile dare al coccodrillo anche pezzi di carne. Alcuni allevatori suggeriscono di somministrare anche integratori vitaminici e di sali minerali, in base alla mia personale esperienza non li ritengo necessari. Un coccodrillo nutrito regolarmente ed in modo vario non ha bisogno di nessun integratore! La frequenza del pasto varia a seconda dell’età, delle dimensioni e dello salute dell’animale. Un esemplare giovane và nutrito più frequentemente di uno di 10 anni, indicativamente due o tre volte la settimana anche se la frequenza dei pasti và calcolata in base alla quantità di cibo somministrata di volta in volta. Se viene fatto fare un pasto abbondante ai piccoli è possibile che per una settimana loro rifiutino qualunque altro cibo venga loro offerto quindi non c’è motivo di preoccuparsi. Lo stato di salute di un coccodrillo può essere determinato oltre che dal suo aspetto generale dalla larghezza della coda alla base: un coccodrillo ben nutrito ha la base della coda ingrossata mentre un esemplare non in buona salute o che non mangia da parecchio tempo avrà la base della coda affusolata. La base della coda è un ottimo indicatore quindi dello stato di salute del rettile ed equivale alla nostra “pancia piena” anche se in realtà costituisce per i coccodrilli una riserva energetica. I Paleosuchus imparano nel corso degli anni a capire se viene offerto loro il pasto regolarmente in un determinato momento della giornata quando si avvicina l’ora di mangiare e non esitano ad avvicinarvisi o ad aspettarvi impazientemente. Ciò che rende il Paleosuchus noto per essere un coccodrillo difficile da allevare sono due fattori: la difficoltà con la quale si riproducono e le difficoltà ad alimentare i baby di questa specie.
Terrario: il terrario per un esemplare di Paleosuchus deve essere per almeno due terzi costituito da una vasca d’acqua, in ogni caso una zona emersa deve essere sempre accessibile all’animale qualora questo abbia la necessità di uscire dall’acqua. Trattandosi di un coccodrillo di circa 1-1,5 metri è evidente che dovremmo dotarci di un terrario di dimensioni generose, indicativamente suggerirei almeno 3 metri di lunghezza e 1 metro di profondità. L’altezza non è un fattore determinante per la realizzazione del terrario dato che il Paleosuchus non è un arrampicatore e necessità piuttosto che di un elevata altezza di un ampia superficie in cui muoversi e nuotare. Alcuni testi e la legislazione vigente in alcuni paesi forniscono all’appassionato le misure minime da rispettare per ospitare un esemplare di Paleosuchus, riportiamo di seguito queste misure per la Germania:
Lunghezza della zona emersa: 3 volte la lunghezza muso-ventre del rettile
Larghezza della zona emersa: 4 volte la lunghezza muso-ventre del rettile
Lunghezza della vasca d’acqua: 4 volte la lunghezza muso ventre del rettile
Larghezza della vasca d’acqua: 5 volte la lunghezza muso ventre del rettile
Per lunghezza muso-ventre si intende la misura fra la punta del muso del coccodrillo e la base della coda. Abbiamo raccolto dal sito di Colin Stevenson anche le misure raccomandate da alcuni zoo in merito alle dimensioni raccomandate per una teca idonea ad un Paleosuchus.
Voglio aggiungere alcune considerazioni sull’allestimento di un idoneo spazio vitale per l’allevamento di questa specie. Se la vasca è posta in un ambiente di forte passaggio fornite ai coccodrilli delle zone emerse e non dove potersi nascondere: potete costruire delle grotte in sughero o in roccia o fissando dei tronchi. Attenzioni all’allestimento che deve essere saldamente ancorato alla vasca o alle pareti del terrario. Sono animali crepuscolari ed attivi per lo più durante la notte, da non sottovalutare il fatto che sono in grado di percorrere ampie distanze. Occorre quindi dargli la possibilità di fare brevi passeggiate all’interno del terrario. Non fatevi ingannare dal fatto che durante il giorno vedrete il coccodrillo sempre in acqua. Fate molta attenzione ogni qual volta mettete le mani dentro il terrario, studiate il comportamento del rettile ed interpretate i segnali che vi lancia quando vi avvicinate troppo a lui: notare un minimo movimento o un leggero soffio può essere utile ad evitare un morso molto doloroso. Chiudere sempre il terrario per impedire al coccodrillo di uscire e ad eventuali curiosi di mettere le mani all’interno.
Paradossalmente un Paleosuchus in natura trascorre la maggior parte del tempo all’asciutto in prossimità dei bacini d’acqua mentre in cattività accade il contrario, potrebbe essere interpretato come un sintomo di stress o a qualche fattore ambientale che non viene preso in considerazione nell’allevamento.
Riproduzione: Viste le scarse informazioni reperibili sulla vita e sulle abitudini dei Paleosuchus in natura poco si conosce anche in merito alla riproduzione di questa specie. Il paleosuchus conduce una vita solitaria e solo durante il periodo degli accoppiamenti, presumibilmente fra Ottobre e Gennaio, le femmine vanno in calore ed accettano la presenza di un maschio. Il numero di uova varia fra 8 e 30 ed il periodo di incubazione fra 90 e 120 giorni. Anche le femmine di Paleosuchus come le altre specie di coccodrilli restano a guardia del nido ed al momento della schiusa conducono i piccoli in acqua dove saranno più al sicuro da eventuali predatori. Ad ogni modo al momento della nascita i piccoli sono protetti da una mucosa che gli consente di resistere fuori dall’acqua anche per 2-3 giorni.
Ecco alcuni dati in merito ad uno dei pochi casi documentati sulla riproduzione del Paleosuchus
Temperatura dell’acqua: 25 -27°C
Termperatura esterna: 26 – 28°C
Dimensioni dei genitori: 90cm femmina, 100 cm maschio
Dimensioni del terrario: 400 x 120 x 60 cm (1/4 di area asciutta)
Covata: 9 uova
Temperatura di incubazione: 29°C
Materiale utilizzato: sabbia mista a corteccia
Giorni per la schiusa delle uova: circa 105
Come accade per i serpenti anche in questo caso è stato fatto fare alla coppia che si è riprodotta un periodo di brumazione della durata di 1 mese.